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La fede si può perdere e poi riacquistare? In che modo?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/11/18

Padre Livio di Radio Maria ci dà la "ricetta" per tornare a credere in Cristo e sentirci meglio con noi stessi

La fede si può perdere? La risposta è affermativa, come spiega Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria e scrittore, in “Le sorgenti della fede” (Sugarco).

«Forse è successo a molti di voi – osserva Padre Livio – frequentando cattive compagnie, siete entrati nella tenebra e nelle menzogne del mondo, non avete più coltivato l’amicizia con Dio e la fiducia in lui, e alla fine il diavolo vi ha rubato la fede. Lui è il ladrone infernale, che per prima cosa vuole togliere alle persone la fede, perché così le allontana dal Regno di Cristo, per portarle dove vuole lui, nel regno della menzogna».

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“Disgrazia immensa”

Perdere la fede «è una disgrazia immensa, segna l’inizio di un cammino buio, è lo spegnersi dell’unica lampada che potrebbe rischiararlo».

In questi tempi, spiega Padre Livio, «purtroppo molte persone si allontanano da Dio per seguire il mondo con le sue gioie effimere e le sue false promesse di salvezza. Però accade che proprio queste persone, dopo aver toccato il fondo della menzogna che illude e non mantiene, che invece di illuminare acceca, che invece di dare la gioia produce angoscia, dal profondo dell’abisso incominciano a sentire la nostalgia di Dio e pian piano ritornano a lui».


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Il ritorno dei “tralci”

A Radio Maria, evidenzia ancora il sacerdote-giornalista, «ci telefonano persone che avevano perso la fede, ma Dio è andato a cercarle, le ha raggiunte, le ha prese per mano, le ha accompagnate sul cammino di conversione, che è un lungo cammino, un lungo lavorio interiore. Così la fede, che era morta, è tornata a germogliare di nuovo e quelle persone che erano come dei tralci secchi, sono ritornate a essere tralci verdi della vite che è Cristo, e producono frutti».

Le perle ai porci

L’equazione ritorna. «Se è vero che oggi molti perdono la fede, è anche vero che molti si convertono: ma questa realtà non è abbastanza sottolineata, perché il bene non fa rumore. Le persone che si convertono compiono un lavorio interiore che resta un segreto tra loro e Dio. Non è spettacolo da tv: come dice il Vangelo, non bisogna gettare le perle ai porci (cfr. Mt 7,6)».


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Le apparizioni della Madonna

Da un secolo a questa parte, nota Padre Livio, tutte le apparizioni della Madonna, da Fatima a Medjugorje, «ci chiamano alla conversione. Questo appello attira le anime, opera nei cuori, di fatto molte persone si convertono. E questo avviene non solo nei Paesi dove il Vangelo viene predicato per la prima volta (ad esempio in Africa, dove ci sono tantissime conversioni), ma si verifica anche in Europa, dove la gente riscopre la fede, perché si accorge che l’esistenza nella tenebra della menzogna e della morte (come la chiama la Regina della Pace) è tormentosa e disperata: ci si alza al mattino e già si maledice la vita; al contrario, la fede ne fa riscoprire la bellezza e il valore».

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San Paolo

Dunque la fede si può perdere e la si può anche riacquistare. Da qui l’appello del direttore di Radio Maria ai più giovani: «Proteggete e alimentate la fede, difendetela, siate apostoli della fede aiutando i vostri amici a conservarla o a ritrovarla».

«Mi viene in mente – conclude Padre Livio – il bilancio della vita che san Paolo fa nella Seconda lettera a Timoteo. È un passo che mi piace tanto. San Paolo ha avuto una vita di straordinaria operosità. È, tra gli apostoli, quello che più di tutti ha predicato il Vangelo e ha diffuso la Chiesa nell’Impero romano: nessuno lo eguaglia nello zelo, che lo ha portato a raggiungere, attraverso viaggi difficilissimi, per mare o per lo più a piedi, quasi tutte le contrade del mondo allora conosciuto, fino in Spagna. Eppure la conclusione del suo bilancio non è il conto delle miglia percorse o delle popolazioni visitate ed evangelizzate: perché il Signore gli avrebbe chiesto un conto diverso. La conclusione sta in tre brevissime frasi: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede(2 Tm 4,6)».

Questa è la cosa «più importante della vita», chiosa, il sacerdote: «combattere la buona battaglia e arrivare alla fine della corsa tenendo in mano la fiaccola della fede».


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