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Perché i santi stigmatizzati sono molto pochi?

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Rosino | CC BY-SA 2.0

Arcidiocesi di San Paolo - pubblicato il 15/11/18

Breve spiegazione di come la Chiesa intende le stigmate

Padre Cido Pereira ha una rubrica sul quotidiano O São Paulo, dell’arcidiocesi brasiliana di San Paolo, in cui risponde a varie domande inviate dai lettori. Questa settimana ha parlato di uno dei segni visibili più straordinari che Dio concede: le stigmate della Passione di Cristo.

Ecco il testo pubblicato dal sacerdote nella sua rubrica:

Ivonete, di Vila Diva, chiede come la Chiesa valuta e spiega le stigmate.

Cara Ivonete, parlando di “stigmate” intendiamo le piaghe che ricordano quelle di Cristo, che molti santi e sante hanno portato al costato, sulle mani e sui piedi. Queste piaghe comportano una grande sofferenza fisica e morale e resistono alle cure mediche. Ricordano tutto ciò che Gesù ha passato nella sua Passione.

A quanto sembra, San Francesco d’Assisi è stato il primo santo stigmatizzato. Santa Rita da Cascia aveva una ferita sulla fronte, provocata da una spina che si sarebbe staccata dalla corona di Cristo crocifisso, davanti al quale pregava. Più di recente, c’è il caso di San Pio da Pietrelcina.

C’è chi spiega e classifica le stigmate come una somatizzazione, come fenomeni psicologici di isteria. Attenta com’è sempre di fronte al fenomeno, non tanto raro quanto si crede, la Chiesa studia profondamente la vita cristiana, il pensiero e l’insegnamento degli stigmatizzati prima di considerarli un fenomeno religioso.

È l’insieme dell’operato, della santità di vita, della comunione profonda con Dio ed eventualmente le stigmate a spiegare la santità di vita. Ecco perché i santi stigmatizzati sono molto pochi.

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