Temo che nel mio giudizio particolare vedrò con perfetta chiarezza che spesso sono stato “fin troppo felice” per qualcosa che non era Cristo e che quindi era infinitamente inferiore a Lui
Se poteste scegliere una frase che vi piacerebbe ascoltare quale sarebbe?
“Congratulazioni! Hai vinto alla lotteria!”
“Sei guarito dal cancro”.
“Tuo figlio è tornato alla fede”.
E che dire di questa?
“In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso” (Luca 23, 43).
Nel mese di novembre, la Chiesa ci chiede di pregare per i nostri cari e di pensare alle Quattro Cose Ultime: Morte, Giudizio, Paradiso e Inferno. Qualche giorno fa ho scritto una meditazione sulla morte; oggi considereremo l’insegnamento della Chiesa sul “giudizio particolare”, ovvero quando appena l’anima lascia il corpo ci si trova di fronte a Cristo Giudice per rendere conto della propria vita.
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Mentre scrivo, vedo che secondo How Long Have I Been Alive For? da quando sono nato sono trascorsi 20.895 giorni (il che significa più di 500.000 ore, o più di 30.000.000 minuti, o di 1,8 miliardi di secondi). Non ne ricordo la maggior parte, ma quando mi troverò davanti a Cristo dovrò rendere conto di ciascuno di loro.
In questo momento sto facendo i bagagli per trasferirmi per la terza volta in un anno. I Gesuiti si spostano molto (ci viene insegnato che “L’unica vera casa per un gesuita è la strada”). Mentre impacchetto alcune cose e ne do via altre, ricordo che quest’anno ho spesso guardato un oggetto chiedendomi perché lo porti con me da tanto tempo. Guardo cose che un tempo significavano tanto per me e che ora lascio andare – spesso felice, a volte con tristezza, in qualche caso con rimpianto per il fatto di essermici aggrappato.
Quando mi troverò davanti a Cristo Giudice verrò sottoposto a un processo simile. Per ogni momento della mia vita, per ogni atto o omissione, ogni decisione o indecisione, per qualsiasi scelta a favore o contro l’amore dovrò rendere conto – senza scuse, con chiarezza, parlando di amore, tradimento, grazie accettate, opportunità mancate. Guarderò i momenti della mia vita, e come sto facendo ora mentre impacchetto le cose per il trasferimento temo che dovrò chiedermi: “Perché mi ci sono aggrappato tanto?”
Temo anche che al mio giudizio, guardando tutti i momenti della mia vita, anche quelli che ho dimenticato, mi torneranno in mente le parole di C.S. Lewis:
“Sembra che Nostro Signore scopra desideri non troppo forti, ma troppo deboli. Siamo creature insicure, che si baloccano con alcool, sesso e ambizione quando ci viene offerta la gioia infinita, come un bambino ignorante che vuole continuare a fare torte di fango in una baracca perché non riesce a immaginare cosa significhi quando ti viene offerta una vacanza al mare. Siamo felici fin troppo facilmente”.