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Cos’è un’enciclica e come leggerla?

POPE FRANCIS AUDIENCE
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Catholic Link - pubblicato il 13/11/18
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di Pablo Perazzo

Il Santo Padre è il Vicario di Cristo sulla Terra. Si può dire che sia come il volto visibile di Cristo in Terra. La sua missione principale è quella di guidare la Chiesa cattolica, e per questo ha molte persone che lo accompagnano da vicino, e altre nei vari Paesi – ad esempio i Nunzi Apostolici, che sono i suoi ambasciatori in questi Paesi – per essere informato al meglio su ciò che accade nel mondo.

La sua preoccupazione è motivata dalle parole di Gesù stesso, che prima di ascendere al Cielo ha detto ai suoi apostoli: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28, 19). Il Santo Padre deve sapere cosa succede nei vari Paesi, e in generale nella cultura attuale, per poter presentare e annunciare la Parola di Dio di modo che sia accessibile e possa toccare il cuore di tutti gli uomini. Il Papa sceglie anche alcuni temi per arricchire la fede del Popolo di Dio in qualche settore specifico della vita cristiana che ritiene oppportuno.

1. Quali documenti scrive un Papa?

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Ci sono vari documenti, con maggiore o minore importanza (in termini di gravità dei temi descritti): Lettera Enciclica; Epistola Enciclica; Costituzione Apostolica; Costituzione Apostolica; Esortazione Apostolica; Lettera Apostolica; Bolla; Motu Proprio. Spiegare ciascuno di questi documenti richiederebbe molto tempo. Per questo, ci concentreremo sull’enciclica, il documento più importante che possa scrivere un Papa.

2. Cos’è un’enciclica?

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Il nome deriva dal latino Literae encyclicae, che letteralmente significa “lettere circolari”. Si tratta di lettere pubbliche e formali del Pontefice che esprimono il suo insegnamento in materie di grande importanza. È un documento, sotto forma di lettera, inviato dal Papa ai vescovi di tutto il mondo, e si propone di offrire insegnamenti su qualche tema dottrinale o morale, ravvivare la devozione, condannare errori, informare i fedeli sui pericoli per la fede derivanti da correnti culturali, sulle minacce del Governo…

L’enciclica è una forma molto antica di corrispondenza ecclesiastica, che denota in modo particolare la comunione di fede e carità esistente tra le varie “chiese”, ovvero tra le varie comunità che formano la Chiesa.

Ha il valore di insegnamento rivolto alla Chiesa universale e cerca di assicurare l’unità nella dottrina e nella vita ecclesiale. Quando trattano questioni sociali, economiche o politiche, le encicliche sono in genere rivolte non solo ai cattolici, ma a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

Le encicliche sviluppano in modo esteso la dottrina proposta dal Papa, e molte di loro hanno segnato in modo significativo la vita della Chiesa. Per poterne capire meglio l’importanza porto un caso concreto. Un magistero ordinario che ha avuto un forte impatto nella vita della Chiesa sono le cosiddette “encicliche sociali”. Dalla fine del XIX secolo, i Papi hanno formulato una dottrina sociale che ha arricchito la tradizione della Chiesa. Il cuore degli insegnamenti del Papa è sempre la difesa della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio.

3. Che atteggiamento bisogna assumere di fronte a un’enciclica?

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Per via del peso e della verità che contengono, ogni fedele deve alle encicliche assenso, obbedienza e rispetto. Papa Pio XII ha osservato che le encicliche, anche se non sono la forma abituale di promulgare pronunciamenti infallibili, riflettono il Magistero Ordinario della Chiesa e meritano rispetto da parte dei fedeli (Humani generis, 1950).

Le encicliche sono gioielli che illuminano le dottrine e i valori morali più importanti per l’epoca in cui si vive – in molti casi non solo per il periodo in cui sono scritte, perché la ricchezza del contenuto e dello stile in cui sono state scritte è tale che la loro rilevanza dura nei secoli. Per questo, se vogliamo essere in sintonia con quello che lo Spirito Santo soffia nella storia della Chiesa, come le linee guida che devono orientare l’evangelizzazione, si deve accogliere con grande senso di obbedienza questo tipo di documenti.

4. Quali encicliche si dovrebbero assolutamente leggere?

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Enumerare una serie di questi documenti fondamentali per noi e per la nostra fede è praticamente impossibile, vista l’importanza che ha ciascuna di esse. Quello che possiamo fare è menzionare le encicliche che hanno rappresentato una pietra miliare nel percorso pastorale della Chiesa. Circa la questione sociale, la visione che la Chiesa ha sulla verità dell’uomo, la dottrina su vari aspetti della famiglia e le varie dimensioni della vita familiare e sociale, coerenti con la visione autentica della persona alla luce di Cristo, propongo le tre encicliche sulle virtù teologali di Papa Benedetto.

Uno dei Papi che ha scritto più encicliche è stato Leone XIII (1878-1903), che ne ha redatte ben 86, tra le quali spicca la Rerum novarum, la prima grande enciclica sociale, del 1891, fondamentale per il cambiamento a causa della rivoluzione industriale, che provocò una migrazione imponente dalle campagne alla città.

Giovanni Paolo II ha pubblicato 14 encicliche. La prima, la Redemptor Hominis, è del 1979, e in essa il Pontefice ha tracciato i princìpi del suo ministero papale spiegando la sua visione dell’essere umano, approfondendo e diffondendo la dottrina del Concilio Vaticano II sull’uomo.

Nel suo pontificato, Benedetto XVI ha presentato tre encicliche: Deus caritas est, sull’amore e la carità ecclesiastica, Spe salvi, sulla speranza cristiana, e Caritas in veritate, di carattere sociale. Completa la trilogia la Lumen fidei, terminata da Papa Francesco.

Il 25 luglio 1968, Paolo VI ha firmato la Humanae vitae, l’enciclica che condannava la contraccezione artificiale, l’edonismo e le politiche di pianificazione familiare spesso imposte ai Paesi poveri da quelli più ricchi. Il testo ha suscitato un’opposizione senza precedenti all’interno della Chiesa cattolica stessa. Il tema fondamentale affrontato da Papa Montini è coerente con le importanti novità conciliari sul concetto di matrimonio emerse nel Concilio Vaticano II.

Qui l’originale di Catholic Link