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California: fuori dall’inferno di fuoco con il mio papà (VIDEO)

INCENDIO, AUTO, CALIFORNIA
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Annalisa Teggi - pubblicato il 13/11/18
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Lei chiede: “Papà, stiamo entrando nel fuoco?”, lui le risponde: “No, ne stiamo uscendo”. Essere in compagnia di un Padre è il più prezioso dei tesori. 

Si pensa al calore del fuoco, più che altro. Ma in un incendio dalle proporzioni colossali le fiamme fanno il rumore di un esercito che pesta la terra, inarrestabile. In un video diffuso dalla CNN questo rombo si percepisce dall’interno di un’auto in fuga: un uomo che guida e silenzio. La didascalia ci informa che c’è un’intera famiglia a borbo, le immagini sembrano tratte da un film ad alto budget per gli effetti speciali. È tutto vero, invece. Nel silenzio dell’abitacolo emerge una voce femminile dopo un po’, attacca il Padre Nostro mentre un mare di fuoco sembra inghiottire da ogni parte la loro piccola vettura. Prega, quella voce, che Jeremy continui a farsi coraggio alla guida.

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Camp e Woolsey Fire

Secondo gli esperti quello che sta dilaniando la costa americana del Pacifico è il disastro più grande che abbia mai colpito la California, una morsa di fuoco che sta seminando morte e distruzione da giovedì scorso: il Nord dello Stato è stato aggredito dall’incendio denominato Camp Fire, a Sud non meno imponente sta infuriando il Woolsey Fire.


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Gli aggiornamenti del New York Times informano che le vittime sarebbero 44, disperse più di 200 persone, evacuate centinaia di migliaia di famiglie e distrutti 117 mila acri di terra.

MAPPA, INCENDI, CALIFORNIA

Wikipedia

Vip in fuga, cause umane e climatiche

È stato dichiarato lo stato di calamità dal Presidente Trump e sono all’opera oltre ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine anche gruppi di detenuti. Eppure solo il 30% delle fiamme è stato domato.

Fanno il giro del mondo soprattutto le notizie sui VIP che hanno le loro residenze da sogno nella zona di Malibu: distrutta la villa di Lady Gaga da 24 milioni di dollari, scappati del rogo Martin Sheen, Orlando Bloom, Kim Kardashian; Gerard Butler ha condiviso le foto dei resti di casa sua.

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I primi focolai sono divampati nella notte dell’8 novembre e le indagini in corso per capire le cause di questo inferno hanno individuato, per ora, origini umane e climatiche. L’incremento forte della siccità aveva creato problemi ingenti anche la scorsa estate, ma si suppone che in questo caso siano subentrate anche altre responsabilità:

Forse potrebbe essersi verificato un guasto nei cavi ad alta tensione delle utility locali, la Pg&e e la Socal, che hanno riportato in queste ore problemi alle loro reti nei pressi dei focolai degli incendi, datandoli nelle stesse ore nelle quali le fiamme hanno cominciato a diffondersi. (da Il Sole 24 ore)

Che ne sarà di noi?

Guardando le immagini apocalittiche che arrivano da oltreoceano, gli occhi indugiano sulle code infinite di auto che fuggono, stipate di persone e oggetti, fiancheggiate da muri di fuoco e un mare di fumo. Ogni macchina è una storia, una famiglia, una paura. Dicono che il popolo californiano sia preparato, e ahimè anche abituato, a reagire alle situazioni di criticità improvvisa, terremoti e incendi. Eppure ogni evento resta una tragedia, una frattura emotiva forte: prendere cose alla svelta, temere per la propria vita, correre via in auto e non sapere cosa sarà, né se resterà in piedi qualcosa di quello che è alle spalle.


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Si moltiplicano gli aneddoti di ordinario coraggio o anche di imprudenza, una signora – ad esempio – non ha rispettato i divieti dei vigili del fuoco che l’avevano portata in salvo e si è catapultata tra le fiamme per recuperare la sua auto; data per persa la casa, non voleva perdere il suo mezzo di trasporto.

CASA, INCENDIO, CALIFORNIA

Shutterstock

È sempre vero che nel pericolo si chiarisce per ognuno il proprio “tesoro”. Per quanto possa essere sentimentale dirselo in condizioni di normalità, diventa invece cruciale nel momento in cui è in gioco la vita ricordarsi che l’unica cosa da difendere a ogni costo sono le persone a noi più care.

Le risorse infinite che ci offrono i social media permettono di essere virtualmente vicini alle tante comuni famiglie che sono scappate dall’inferno californiano. In molti hanno ripreso la propria fuga, e si tratta di una cronaca in cui non è scritto il lieto fine a priori. In un video diventato virale, una donna sola sulla propria auto fila via sull’autostrada circondata da fiamme a un passo dall’abitacolo e lei è solo in grado di ripetere ossessivamente “Oh mio Dio!”; poco più tardi – intervistata da una TV nazionale – è capace di ragionare a voce pacata. Eppure alle spalle ha quella parentesi di delirio e paura nuda, senza ritegno.

Non a caso, nel linguaggio figurato, si dice “superare la prova del fuoco“: anche solo mentalmente, è dura oltrepassare l’ipotesi di una distruzione che lascia cenere e riduce a niente ogni briciola vivente e non vivente che incontra. Quando dalla simbologia si passa alla cronaca di vita vissuta si possono incontrare frammenti quotidiani di umano che vincono la luce cupa dell’inferno con piccoli spiragli di speranza. Anche nelle peggiori situazioni si mostra qualcosa “che inferno non è” – direbbe Alessandro d’Avenia.


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Il padre, l’avventuriero

È un video molto breve e rudimentale quello che ci riporta la storia di un papà e una bimba di appena tre anni, non ne vediamo i volti ma sappiamo che si chiamano Joe e Olivia.

FUGA; INCENDI; CALIFORNIA

Shutterstock

Scappano in auto dalla città di Paradise, una delle più colpite dagli incendi, spazzata via addirittura. E non passa inosservato, soprattutto al cuore americano, il paradosso che un paese di nome «Paradiso» bruci come fosse l’inferno in terra. Gli Stati Uniti sono nati con l’ideale di essere la Nuova Gerusalemme, tuttora sentono di essere una laica Terra Promessa delle opportunità: piccole storie come questa acquistano un valore umano di rinascita e coraggio che forse noi europei non capiamo fino in fondo.

Ma le immagini parlano chiaro. Dai finestrini dell’auto si vedono le fiamme che circondano la strada e altre famiglie in fuga; la voce del papà non è particolamente virile, ma è particolamente serena. Esprime concetti molto chiari a sua figlia Olivia: «Vedi le fiamme? Noi ci terremo lontano dal fuoco e andrà tutto bene. Hai capito?». Si mette anche a cantare per tranquillizzarla. Olivia capisce perfettamente ciò che accade, però non è agitata e chiede: «Stiamo entrando nel fuoco?». È effettivamente quello che sembra; con la tipica sintesi maschile, che va al sodo senza fronzoli, papà Joe risponde:«No, ne stiamo uscendo». Dopo altri trenta secondi il panorama si riempie di sirene, ma si svuota – grazie a Dio – di fuoco. Tutto è passato.


RAGAZZA, QUADERNO, SCRIVERE
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Da madre, chissà quante parole, mescolate a pianto, avrei tirato fuori. Spiegare e capire non sono i verbi giusti in mezzo al disastro. Olivia ha fatto esperienza di qualcosa di così profondo da essere poi altrettanto concreto: il timone saldo nelle mani di chi guida e la sua voce chiara anche nel buio infuocato. È il viaggio di noi tutti, che rimaniamo figli anche da adulti: essere in compagnia di un Padre è il più prezioso dei tesori.

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