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Una visita virtuale al monastero di San Benedetto

WEB3 SAINT BENEDICT ABBEY SUBIACO Nowaczyk Shutterstock

Stephen Beale - pubblicato il 08/11/18

Il fondatore dell'Ordine benedettino trascorse tre anni in solitudine in cima a un dirupo

Il luogo in cui San Benedetto si ritirò dal mondo per vivere da eremita per tre anni è sede di una comunità monastica aperta ai turisti, situata a una cinquantina di chilometri da Roma.

San Benedetto da Norcia è un santo del VI secolo a cui viene attribuita la fondazione del monachesimo occidentale, e ha dato il suo nome a uno degli ordini che ha aiutato a fondare. Prima che San Benedetto formasse comunità di monaci, trascorse tre anni in solitudine in cima a una montagna. Era così isolato che il cibo gli doveva essere consegnato dai pastori attraverso un sistema di corde.

Secondo la Vita di San Benedetto di San Gregorio Magno, il santo si era talmente allontanato dalla società civile che i pastori all’inizio pensarono che fosse una bestia selvatica:

“Poco tempo dopo anche alcuni pastori scoprirono Benedetto nascosto dentro lo speco. Avendolo intravisto in mezzo alla boscaglia, coperto com’era di pelli, credettero sulle prime che si trattasse di una bestia selvatica. Ma riconosciutolo poi come un vero servo di Dio, molti di essi, che veramente eran pari alle bestie, mutati dalla grazia, si diedero a santa vita. In seguito a questi fatti la fama di lui si diffuse in tutti i paesi vicini. E le visite sempre più diventarono frequenti: gli portavano cibi per sostenere il suo corpo e ripartivano col cuore ripieno di sante parole, alimento di vita per l’anima loro”.

La prima “incursione” di Benedetto nella vita monastica non fu un successo: secondo sacred-destinations.com, la sua dura disciplina scatenò una reazione e un tentativo di avvelenamento, spingendolo a tornare nella sua grotta. In seguito fondò lì vicino dei monasteri, ma non nel punto in cui si trovava la grotta.

Solo nel XII secolo l’abbazia di Santa Scolastica, nota anche come abbazia di Subiaco, venne eretta sulla grotta – conosciuta anche come “Sacro Speco” – in cui Benedetto aveva vissuto da eremita.

Il monastero si trova sulla cima di un dirupo, e pare che questo abbia portato Papa Pio II a paragonarlo a un nido di rondine. In base a una descrizione, una statua all’interno del monastero rappresenta Benedetto che ordina alle rocce di non schiacciare i residenti del monastero.

Oltre a permettere una vista spettacolare della valle e delle montagne circostanti, il monastero ospita una serie di affreschi e opere d’arte medievali, come la Madonna col Bambino, I Quattro Evangelisti e una crocifissione della scuola senese risalente al XIV secolo. Altri affreschi mostrano scene della vita di San Benedetto.

I visitatori possono anche ammirare il giardino in cui Benedetto si gettò tra le spine per sconfiggere la tentazione carnale. La tradizione vuole che San Francesco d’Assisi abbia trasformato le spine in rose quando visitò il monastero nel 1223.

La grotta di San Benedetto si trova nella chiesa inferiore, e i visitatori possono attraversarla. Vi si trova un altare con decori duecenteschi e un affresco che raffigura Benedetto mentre contempla la croce. I gradini che portano fuori dalla grotta conducono i visitatori alla cappella di San Gregorio, con una serie di affreschi, incluso uno che rappresenta San Francesco ed è ritenuto un ritratto contemporaneo.

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