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Solo il latte materno protegge i bambini da gravi malattie

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 07/11/18

La ricerca scientifica conferma l’enorme importanza dell’allattamento al seno per la salute dei figli e delle loro madri

Un recente articolo pubblicato da Avvenire a firma di Giovanna Sciacchitano ha ribadito, dati alla mano, gli straordinari effetti favorevoli dell’allattamento sia per la salute del bambino che per quella della mamma. E non solo! Da non trascurare, specialmente in questo momento di crisi economica, il notevole risparmio economico che ne deriva. Per non parlare di quanto allattare renda più profondo il legame mamma figlio! Il latte infatti non è solo il migliore nutrimento per il bambino ma un potente canale dove mamma e figlio si comunicano le loro emozioni.

I paesi più ricchi sono quelli dove le donne allattano meno

In occasione della settimana mondiale per l’allattamento materno (Sam) dal titolo:”Allattamento base per la vita”, conclusasi il 7/10 scorso, l’Unicef sottolinea come annualmente circa 7,6 milioni di bambini non vengano allattati al seno (Avvenire), fenomeno diffuso soprattutto nei paesi ad alto reddito dove ciò si riscontra in un infante su cinque, a differenza dei paesi a basso e medio reddito nei quali questa evenienza riguarda solo un bambino su venticinque.




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Il latte materno protegge da gravi patologie i bambini…

Il latte materno è un alimento insostituibile, completo dal punto di vista nutrizionale, che non costa nulla né alla famiglia né all’ambiente a differenza del latte in polvere il quale, oltre al prezzo elevato, richiede circa 4000 litri di acqua per produrne un solo chilogrammo (Avvenire). Protegge il neonato da numerose malattie quali le infezioni gastrointestinali e respiratorie, da celiachia e forme allergiche, riduce del 73% le morti improvvise del lattante in culla, diminuisce del 40% il rischio di ammalare di diabete di tipo 2 (quello cosiddetto alimentare o non insulino-dipendente), e del 26% quello di sviluppare sovrappeso ed obesità (Ibidem). Una recente ricerca canadese evidenzia come l’allattamento al seno possa abbattere fino al 40% l’incidenza dell’asma infantile, patologia in crescita preoccupante che in Italia colpisce un bambino su dieci (Avvenire). L’importanza del latte materno è ancora più rilevante nei prematuri che ne beneficiano anche con la riduzione di malattie mortali come la setticemia o l’enterocolite necrotizzante. Inoltre i pretermine allattati al seno avranno un miglior sviluppo neurologico di quelli allattati artificialmente.

… e anche le madri

Allattare al seno fa bene anche alle madri, meno soggette nell’immediato ad emorragie e depressione post-partum, e successivamente meno esposte al tumore del seno, dell’ovaio, ad osteoporosi ed endometriosi, contribuendo altresì a distanziare le gravidanze in maniera naturale. Chi segue i metodi di regolazione naturale della fertilità sa che esistono delle regole specifiche proprio durante l’allattamento al seno che deve essere esclusivo e non superare un certo intervallo di tempo tra una poppata e l’altra.




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Le mamme italiane partono bene ma reggono poco sulla distanza

L’OMS raccomanda l’allattamento al seno per i primi sei mesi di vita, in modo da conseguire una crescita ed uno sviluppo ottimali. Anche se i tassi di inizio dell’allattamento sono relativamente elevati nel mondo, attualmente solo il 40% dei bambini sotto i sei mesi assume esclusivamente latte materno, e solo il 45% di essi prosegue l’allattamento, integrato da altre fonti nutrizionali, fino ai 24 mesi. In Italia il 90% delle mamme inizia ad allattare al seno nei primi giorni di vita del neonato, ma già all’uscita dall’ospedale la percentuale scende al 77%, per poi scemare al 31% a quattro mesi, e solo 1 donna su 10 continua ad attaccare il bambino al seno oltre i sei mesi (Avvenire).

I risultati straordinari che si potrebbero raggiungere

Si stima che se l’allattamento al seno raggiungesse livelli ottimali si potrebbero prevenire 823.000 decessi infantili e 20.000 decessi materni ogni anno. Sotto il profilo economico si calcola che il mancato allattamento provochi perdite per circa 302 miliardi di dollari all’anno. Ancora oggi esistono molti ostacoli alla realizzazione di un ambiente ottimale tale da permettere alla donna di allattare con serenità, ad iniziare dalla carenza di servizi sanitari efficaci, per passare alla insufficienza del sistema di sostegno familiare e di comunità, ed infine giungere alle politiche occupazionali solo parzialmente tutelanti (Avvenire).




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Il 16 Novembre prossimo l’International baby food action network (Ibfan) Italia presenterà a Roma, oltre al rapporto sulle tendenze nel mondo di iniziative a favore dell’allattamento al seno, anche l’edizione 2018 del “Codice violato”, una pubblicazione sull’aderenza del nostro Paese al Codice Internazionale sulla commercializzazione di sostituti del latte materno approvato da OMS ed Unicef nel 1981, documento finalizzato ad offrire ai genitori una informazione corretta su questo argomento, non inquinata da indebite finalità economiche (Ibidem).

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