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Oggi è un giorno per dire grazie a chi è già in Cielo

UOMO, TOMBA, FIORI

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 02/11/18

La commemorazione dei defunti ci ricorda che il nostro dolore è prezioso perché parla del legame con chi non c'è più. Ci ricorda anche che l'amore di Dio salva tutto

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,37-40)

La commemorazione dei fedeli defunti ci spinge a fare i conti con il grande tema della morte. Qualcuno giustamente dice che il pensiero della morte ci accompagna costantemente anche quando ci sembra che non lo pensiamo, o proprio quando facciamo in modo di fuggire via da esso. Ma tutto il messaggio del Vangelo, come i diversi vangeli delle liturgie di oggi, sembrano essere un grande esorcismo alla paura e al tabù della morte. Questo è il motivo del perché oggi, per noi cristiani, non è una giornata di lutto, è invece una giornata in cui ricordare nel senso stretto della parola, cioè riportare al cuore.

Come cristiani siamo chiamati a riempire di gratitudine la nostra memoria. Per quanto ci manchino le persone a cui abbiamo voluto bene, dobbiamo avere il coraggio di saperci tenere la sofferenza da un lato perché dice che abbiamo amato, ma anche la gratitudine dall’altra perché dice che ciò che si ama può esserci tolto ma non per sempre. L’amore salva tutto. Tutto ciò che ami è salvo. Dio è amore, e non ci ha dato la capacità d’amare per tormentarci con delle assenze, ma per ricordarci che il nostro fine ultimo, il nostro destino ultimo è la pienezza dell’amore. L’amore può farci soffrire, perché chi ama si espone al dolore, ma nessuno baratterebbe il proprio dolore, perché è un territorio prezioso, perché è il legame con chi amiamo. Se si vuole smettere di soffrire bisogna smettere di amare. Oggi è un giorno per saper dire grazie per nonni, genitori, fratelli, figli, amici che ci hanno sorpassato con la morte, ma verso cui siamo incamminati. Oggi è un giorno buono per liberare i nostri fratelli defunti dalla depressione e tristezza in cui siamo caduti a causa della loro assenza. Se amiamo qualcuno che non c’è più, bisogna avere il coraggio e l’amore di lasciarlo andare via, di precederci, di andare avanti con passo più svelto, perché è alto il rischio di trasformare queste persone amate nel motivo della nostra disperazione. Questo sarebbe un bel suffragio per i nostri defunti, e un suffragio anche per noi. 

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