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L’infedeltà spiegata dalla scienza: ecco perché tradiamo

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Antonio Guillem - Shutterstock

Cecilia Zinicola - pubblicato il 31/10/18

L'antropologa statunitense Helen Fisher spiega il processo tra amore e inganno

Vogliamo tutti che i nostri rapporti siano felici e stabili, e l’infedeltà spezza il cuore. Cosa fa sì che ci si dimentichi della persona amata e si ceda di fronte alla tentazione di ingannarla? Sembra che gli scienziati abbiano una risposta a questa domanda.

L’antropologa statunitense Helen Fisher spiega che aveva sempre pensato all’amore come a una serie di emozioni, da molto alte a molto basse, ma in realtà ha scoperto che l’amore romantico, che ha origine nel motore della mente, è molto più di questo.

Dopo aver analizzato 32 cervelli di persone innamorate con uno scanner funzionale IRM, ha riscontrato attività in molte aree cerebrali, giungendo alla conclusione che quando la persona ama, il suo sistema produce una grande quantità di dopamina, responsabile della motivazione e del desiderio.

Da un punto di vista biologico, quindi, non si può essere innamorati di due persone allo stesso tempo. L’antropologa spiega che una cosa che non è amore potrebbe diventarlo, ma la persona non potrà mai provare l’amore romantico in modo simultaneo.


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Dall’altro lato, tenendo conto delle risposte che hanno dato le persone mentre venivano studiate, si è verificato che l’amore è qualcosa di così potente che gli innamorati sono in grado di dare perfino la propria vita per la persona amata.

E allora, se l’amore romantico è così sorprendente e non si può provare lo stesso per due persone allo stesso tempo, perché si verifica l’infedeltà?

L’antropologa spiega che l’amore romantico è uno dei tre sistemi cerebrali esistenti, ciascuno con un proposito specifico:

  • l’impulso sessuale cerca un potenziale compagno,
  • l’amore romantico permette di concentrare l’energia su una persona determinata,
  • l’attaccamento permette di rimanere accanto all’altro.

Secondo l’équipe della Fisher, quello che spiega l’infedeltà è il fatto che questi tre sistemi possono non funzionare sempre insieme. Da ciò deriva l’importanza del fatto che quel rapporto amoroso venga vissuto con l’intelligenza e la volontà, cercando solidità e autenticità perché quell’amore sia fedele e duraturo.

Quando si cerca di vivere un amore autentico, ci si concentra sulla persona e sul suo bene. In questo modo, sesso, amore e attaccamento si integrano. Quando l’amore è invece egoista e utilitaristico, il sesso, l’amore e l’attaccamento possono procedere facilmente su binari diversi, impoverendo le relazioni.

Vivere una sessualità integrata nell’amore personale, ovvero che rispetta gli attributi della persona – dignità, identità, intimità e libertà, aspirando al bene oggettivo dell’altro –, è quello che permette che la donna e l’uomo abbiano più possibilità di essere felici.

Per questo, la felicità è il risultato delle nostre azioni, e queste implicano una scelta tenendo conto non solo della parte affettiva e sensuale, ma anche della nostra capacità di dare una risposta a ciò che ci accade con l’intelligenza e la volontà.

Quando scegliamo il bene dell’altro, è anche il nostro. Secondo la Fisher, scegliere di “essere onesti e leali” è la scelta migliore. Dipende solo da noi e da nessun altro. L’infedelità non è un atto non pianificato. È il non vivere un amore più completo.

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