di Kenneth Pierce
Quando ero piccolo, ricordo un’esperienza che forse suona familiare a varie persone (di una certa età): la domenica era molto difficile trovare un negozio aperto. Al giorno d’oggi è tutto diverso, e sembra che il riposo domenicale si diluisca sempre più tra consumismo e attivismo.
Forse ci fa più comodo trovare tutto aperto la domenica – chi non ha avuto la necessità di comprare qualcosa quel giorno? Vivere in questo modo, quasi senza riposo, può però influire a poco a poco su tutta la nostra vita, portandoci a perdere di vista l’essenziale.
Gesù era un sostenitore del riposo. Egli stesso, dopo un arduo periodo di lavoro, si è ritirato a riposare con i suoi discepoli. I primi cristiani capivano l’importanza del riposo, e la domenica – dies Domini, giorno del Signore – è stata preservata fin quando, col passare del tempo, è diventata parte del calendario civile.
San Giovanni Paolo II, in una bella lettera intitolata proprio Dies Domini, ricordava che alternare riposo e lavoro è inscritto nella natura umana. La domenica, poi, non serve solo a non lavorare, né a fare una parentesi nella vita o a “scollegarsi” (ci si può scollegare da se stessi?) Il riposo inteso in questo modo non fa riposare, anzi, col tempo ci frustra o diventa tempo perso.
Il Papa santo segnalava che la domenica è proprio il giorno del Signore, e ha come centro l’Eucaristia. Nella stessa lettera offriva altri suggerimenti per vivere bene la domenica e santificarla. Vediamo quali sono i consigli di un grande santo!
1. Andare a Messa (non dovrebbe servire neanche dirlo!)

L’Eucaristia è ovviamente il centro della domenica. Non è un’“attività” tra le tante, né dovrebbe essere un obbligo, ma un incontro pieno d’amore con Cristo risorto. Gesù fa nuove tutte le cose, e accogliendolo accogliamo la sua vita che ci rinnova. Il senso del riposo non è forse rinnovarci? Se ci pensiamo, non può esserci autentico rinnovamento se non partendo da Cristo.