Houellebecq, i suoi libri e il suicidio dell’Occidente. Il celebre romanziere francese dimette i panni del libertino e si mostra compiaciuto della crescente fertilità dei cattolici e della determinazione delle nuove generazioni.E’ nel 2015 che anche in Italia si iniziò a parlare abitualmente del saggista francese Michel Houellebecq, grazie al suo bestseller Sottomissione (Bompiani 2015).
Parla della vittoria di un partito islamico radicale che vincerà le elezioni in Francia nel 2022 grazie all’alleanza con il Partito Socialista: un libro provocatorio, chiaramente, e per macabra coincidenza pubblicato il giorno della strage nella redazione di Charlie Hebdo.
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Houellebecq venne definito «l’enfant terrible della letteratura francese», ogni suo romanzo è un evento nazionale ed è oggetto di apprezzamenti ma anche critiche spietate: islamofobo, misogino, razzista ecc. In una famosa intervista ha risposto: «Sono islamofobico? Sì, probabilmente. Si può aver paura, la parola fobia significa paura piuttosto che odio. Temo che tutto vada storto in Occidente; si potrebbe dire che già sta andando male. Sono spesso le minoranze più risolute a fare la storia, è quello che sta accadendo con l’Islam radicale». Il romanziere si è guadagnato la difesa del filosofo Alain Finkielkraut e di Marine Le Pen, leader del Rassemblement national (ex Front National), seppur Houellebecq sia un socialista convinto.
Socialista e ateo, eppur accusa l’Occidente di «suicidio economico, demografico e sopratutto spirituale». Nel weekend scorso ha tenuto una conferenza a Bruxelles, tutta dedicata all’Occidente, durante la quale ha fatto delle affermazioni piuttosto insolite e significative:
«Una società senza religione, una società secolarizzata conduce una vita infelice e breve. Questa era la tesi di Auguste Comte ma mi ha sedotto perché ho avuto l’opportunità di scoprire nella mia vita che privata che la religione è in grado di cambiare il comportamento di un essere umano, in effetti è l’unica cosa in grado di farlo».
Ha sempre sostenuto l’impossibilità per la società a sopravvivere senza religione perché, assieme la famiglia, è l’unica in grado di rispondere adeguatamente alla necessità esistenziale di dare un senso all’esistenza. Si conferma però l’impressione che da due anni a questa parte il celebre romanziere francese abbia anche personalmente dismesso i panni dello scrittore edonista e libertino, tanto che qualche tempo fa ha constatato compiaciuto «un curioso ritorno del cattolicesimo» in Francia, sopratutto dopo la celebre manifestazione della Manif pour tous contro il matrimonio omosessuale.
«È un fenomeno che constato senza capirlo veramente, ed è meno reazionario di quanto si pensi. I cattolici in Francia sono diventati così consapevoli della loro forza. Era come una corrente sotterranea che improvvisamente è venuta alla luce. Per me è uno dei momenti più interessanti della storia recente. Il fatto è che i fedeli cattolici mettono al mondo più bambini degli altri. E trasmettono i loro valori ai bambini. Cioè, il loro numero aumenterà».
Rispetto alla crisi demografica, secondo lui è errato legarla alla crisi economica ma piuttosto sostiene l’idea che vi sia una incompatibilità tra benessere e natalità, quando cresce uno decresce l’altro, seppur consapevole di sfidare il buon senso. Ma le religioni sono un’eccezione, come è stato per l’Islam all’inizio del ‘900: sembrava sull’orlo della scomparsa ma è riuscito a rinascere grazie all’alto tasso di fertilità. «Quello che è successo con l’Islam, potrebbe succedere oggi con il cristianesimo?», si domanda.
L’ipotesi di Houellebecq coincide con quella di un grande storico delle religioni, Philip Jenkis, docente alla Baylor University e alla Pennsylvania State University, di cui abbiamo parlato poco tempo fa. Ha constatato che «se la fertilità è minore, allora la società è anche più laica, meno religiosa. E’ una magia sociologica». Per questo Jenkis ha risposto positivamente alla domanda di Houellebecq: sì, il cristianesimo salverà l’Occidente dal suo suicidio poiché le famiglie cristiane sono fertili, educano i figli con valori forti e questo accade in Europa ma, sopratutto, in Nigeria, in Etiopia e in tutto il Golfo arabo. Popolazioni cristiane che, volenti o nolenti, arriveranno presto all’interno dei confini europei, si stabiliranno, lavoreranno e faranno famiglia: «Il cristianesimo può rischiare di scomparire, certo, ma rinasce sempre. E’ come la resurrezione».