“Famiglia Cristiana” ha pubblicato in esclusiva 4 lettere d’amore inedite che il regista indirizzò alla compagna di vita e di setFellini morì il 31 ottobre del 1993, il giorno dopo l’anniversario di matrimonio con Giulietta Masina che si spense soltanto cinque mesi dopo il suo Federico. Un grande amore fatto di sorrisi e lacrime, farcito di ingredienti diversi e opposti, ma non è così che nascono i piatti migliori? e forse anche i grandi film? La sapidità dell’allegria: lui raccontò in più occasioni che Giulietta era l’unica al mondo, “un peperino piccolo piccolo”, in grado di farlo ridere; il gusto amaro delle infedeltà: innumerevoli i flirt e i tradimenti di Fellini; la dolcezza del perdono: Giulietta, cattolica convinta, sopportò le scappatelle del marito per amore e per tenere fede al sacramento del matrimonio; il piccante dell’affinità intellettuale: è proprio guardando sua moglie che il regista sentiva nascere nella sua mente i personaggi femminili dei suoi film.
In occasione di due importanti ricorrenze, 75 anni dalle loro nozze e 25 dalla morte di Fellini, Famiglia Cristiana ha pubblicato in esclusiva 4 lettere inedite che il regista, tutto genio e sregolatezza, dongiovanni incallito, scrisse alla “Chaplin femminile”, spesso considerata succube di un marito sopra le righe e irrispettoso.
Eppure Giulietta, protagonista della vita e anche di molte pellicole del marito, fu l’unica donna amata veramente da Fellini, il suo approdo rassicurante, e le lettere conservate prima dalla stessa moglie e poi dalla sorella Mariolina sono una testimonianza eccezionale, il testamento spirituale del marito e dell’amore che nel bene e nel male li ha uniti fino alla fine, anche nel dolore inconsolabile della morte del figlio Federichino vissuto solo 15 giorni.
Giuliettina cara, tu soltanto mi fai tornare sereno e sai farmi compagnia
“Giuliettina cara”, “Giuliettina adorata”, così iniziano tutte le lettere, piene di tenerezza, intimità, fiducia, apprensione. Pensieri scritti in prevalenza nel 1992 in un momento difficile della vita della coppia e del regista che, a causa di un ictus, doveva operarsi. Ed è forse in occasioni così delicate e dolorose, quando il senso di impotenza prevale, che si desidera fare dei bilanci, guardare la vita e darle un nome. Per Fellini era il nome di sua moglie.
«Giuliettina mia adorata, sei sempre una ragazzetta in gambissima e insieme con il tuo vecchierello faremo ancora qualche “pastrocchio”. Con te vicino sono ancora capace di fare capriole» (Ibidem).
Ti abbraccio forte forte con tutto il mio amore
Parole dolcissime che ci auguriamo ripagarono almeno in parte la moglie della sofferenza patita accanto al marito che in quegli scritti volle confidarle il suo amore e la sua infinita riconoscenza.
«Giuliettina cara ti abbraccio forte forte con tutto il mio amore e la mia gratitudine e la gioia anche se spesso ti appaio immusonito e scontroso…» (Famiglia Cristiana)
Ma tu sai di essere veramente la mia vita
E poi:
«Ancora un bacetto prima di addormentarmi. È un grande conforto sapere che quando mi risveglierò ti vedrò vicina a me come sempre mia adorata Giulietta e per sempre. Lo so, le parole sono un po’ goffe, convenzionali, ma tu sai di essere veramente la mia vita. A tra poco amore mio, con profonda tenerezza e gratitudine» (Ibidem)
Sono messaggi speciali che Giulietta conserva con cura e porta sempre con sé: la rincuorano durante gli ultimi giorni di vita del marito che ormai vecchio e malato ha finalmente occhi solo per lei e le dichiara tutto il suo amore. Dopo l’ictus viene ricoverato in una clinica di Ravenna, la moglie va a trovarlo e per non farlo preoccupare gli nasconde di avere un tumore al polmone: “Ma, quando il foulard scivola dal capo della moglie rivelando la caduta dei capelli causata dalla chemioterapia, Federico scopre la verità. È il momento in cui smette di lottare, perché non riesce a concepire la vita senza Giulietta”, e si augura di morire prima di lei per non vivere senza la moglie (Famiglia Cristiana).
Ti penso sempre amore mio, a prestissimo
Federico e Giulietta si erano conosciuti giovanissimi nei corridoi dell’Eiar per le registrazioni di “Cico e Pallina” e lei, divertita, lo descriveva così: “Sembra un fachiro, somiglia a Gandhi. È tutt’occhi, occhi profondi, inquieti, indagatori” (Huffpost). Eppure divennero presto inseparabili. Il loro legame, fu profondo e inossidabile a livello umano e artistico, in grado di oltrepassare le diversità, di perdonare le infedeltà, di superare le incomprensioni. Le lettere di Fellini hanno la freschezza di un rapporto ancora giovane, il regista ha finalmente messo da parte l’egocentrismo, l’egoismo, la vanità e pensa solo alla sua amata. Decora addirittura le parole e la carta con cuoricini e disegnini quasi infantili, scarabocchi da innamorato distratto e devoto.
«Giulietta adorata, non strapazzarti e goditi con calma l’affetto e l’amore che tutti hanno per te. Ti penso sempre amore mio, a prestissimo. Tuo Federico».
Poco dopo muore e la sua Giulietta lo raggiunge solo qualche mese più tardi. Finalmente abbracciati insieme. Per sempre.