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3 passi per recitare i Salmi e trovare speranza nella nostra oscurità

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Josh Applegate | CCO

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 24/10/18

Proviamo il Salmo 73, riassunto da “Non è giusto”, e permettiamo a Dio di “restaurarci”

Volete una prova del fatto che l’anima umana è razionale e immortale, che Dio esiste, ha creato un universo morale ed è un giusto giudice? Volete una prova del fatto che le vostre scelte contano? Volte (altre) prove del fatto che viviamo in un mondo caduto contaminato dal peccato originale? Potete trovare tutto quello che gridano i vostri figli, anche i più piccoli: “NON È GIUSTO!”

Tenere conto di tutto, risentirsi con il prossimo e rifiutare di confidare nella bontà di Dio è un modello di comportamento umano almeno fin dall’uccisione di Abele da parte del fratello Caino (Genesi 4, 1-16), ripetutamente presente nel corso della Sacra Scrittura.

Lo stesso modello viene riconosciuto, descritto e superato nel Salmo 73. Se impariamo come recitare quel salmo, possiamo diventare più liberi da invidia e gelosia; possiamo diventare persone più facili con cui vivere e, cosa migliore di tutte, possiamo diventare più graditi a Dio.

Qui faccio una pausa per permettere a tanti dei miei lettori di alzare gli occhi: “Oh, no, padre! Non i salmi! I salmi non sono solo poesia di scarsa qualità inspiegabilmente inserita nella Sacra Scrittura? ‘Perdonami questo’ e ‘Perdonami quello’, ‘Non sono degno…’ – sono così deprimenti!”




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Nel corso degli anni ho sentito tante volte questa obiezione, e onestamente credo che riveli non tanto qualcosa sui salmi, quanto sulla gente che avanza l’obiezione. Mi dice che a queste persone non è stato insegnato a pregare con i salmi. Può aiutare se li preghiamo in tre passi.

In primo luogo, preghiamo i salmi con Israele. In secondo, preghiamoli con Cristo. In terzo luogo, preghiamoli con la Chiesa nel nostro tempo e nel nostro spazio.

Il Salmo 73 contiene una litania di lamentazioni, un elenco di espressioni di invidia e gelosia riassunte dal “Non è giusto!” Considerate questa lista di lamentele:

“Invidiavo i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi. Poiché per loro non vi sono dolori, il loro corpo è sano e ben nutrito. Non sono tribolati come gli altri mortali… Alzano la loro bocca fino al cielo, e la loro lingua percorre la terra. Perciò il popolo si volge dalla loro parte, beve abbondantemente alla loro sorgente, e dice: «Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa, che vi sia conoscenza nell’Altissimo?» Ecco, costoro sono empi; eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze. Invano dunque ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell’innocenza! Poiché sono colpito ogni giorno e il mio tormento si rinnova ogni mattina”.

Israele – spesso volubile e disobbediente – si lamentava per le sue condizioni, anche quelle spesso provocate dal suo peccato. Si rivolge quindi nuovamente a Dio: “La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno”.

Gesù ha realizzato perfettamente – a nome di Israele e di tutta l’umanità – la vocazione di ricevere e ricambiare l’amore perfetto di Dio. Il suo Padre Celeste – sempre fedele – ha benedetto la fedeltà incrollabile del Suo Figlio Unigenito. L’innocente Gesù ha realizzato quello a cui era chiamata l’umanità peccatrice.


HUG

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Come possiamo pregare questo salmo con la Chiesa nei nostri tempi spesso oscuri? Come pregare quando gli oltraggiati chiedono giustizia e non la ricevono? Come pregare quando i malvagi sembrano non pentirsi e non dover rendere conto a nessuno? Come pregare quando i contriti lamentano il proprio peccato e cambiano vita? Come pregare quando Dio ci chiede di perdonare come siamo stati perdonati? Sono le domande che dobbiamo porci nella Chiesa quando leggiamo i titoli e ci guardiamo allo specchio.

Come Israele, noi nella Chiesa gridiamo a Dio: “Non è giusto!” Con Gesù preghiamo Dio:

“Quelli che s’allontanano da te periranno; tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona. Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue”.

Con la Vergine Sposa di Cristo, ora tradisca come il suo Signore, preghiamo:

“Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza… Ma pure, io resto sempre con te; tu m’hai preso per la mano destra; mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella gloria”.

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