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Scout, Cl, Cristo e un mare di amici: che carisma Giovanni Bizzozero!

Giovanni Bizzozero

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Giovanni insieme ad un gruppo di bambini

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 20/10/18

Giovane testimone di santità, varesino, morto drammaticamente a soli 23 anni. Eppure il giorno del suo funerale sembrava quello del suo "matrimonio"

Diceva di avere Cristo davanti agli occhi. Solo così si può spiegare un carisma grande e generoso come quello di Giovanni Bizzozero. Un incidente stradale gli ha strappato la vita terrena, nel mezzo di una carriera brillante tra università, Comunione e Liberazione, Scout e tantissimi amici.

Descrive la sua storia Francesco Maria Nocelli in Giovani campioni – 20 storie di Santi a lieto fine” (edizioni Ares).

L’approdo negli Scout

Giovanni nasce a Varese il 29 settembre 1988, da papà Flavio, veterinario, e da mamma Ester, medico. Giovanni è il primo di cinque fratelli, con i quali fin da piccolo stringe un rapporto molto intenso. Vivono tutti insieme a Viggiù, un paese di 5000 abitanti in provincia di Varese.

Durante le scuole elementari, Giovanni fa esperienza come Scout, iniziando a frequentare, sotto la guida del Movimento di Comunione e Liberazione (fondato da don Luigi Giussani), l’Associazione scoutistica “Gruppi Guide Scout Varese“:un’esperienza che si rivela educativa coinvolgente.

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L’iscrizione alla facoltà di Veterinaria

Dopo la scuola media si iscrive a liceo e qui inizia a delinearsi la personalità di “Bizzo”, così soprannominato dagli amici: una forte propensione all’amicizia come valore vero e personale.

Frequenta prima GS (Gioventù studentesca) e poi, all’Università il CLU (gli Universitari di Comunione e Liberazione). La scelta di Veterinaria corona il suo grande amore (ereditato dal nonno e dal papà) per natura e animali: in ogni essere vivente c’è l’impronta della mano di Dio.

È fedele ai gesti proposti dal Movimento, specie la Messa mattutina (spesso è quello l’appuntamento-invito lanciato agli altri studenti) e la preghiera. Quando ospita a cena amici con problemi di salute, oppure famiglie con malati, vede in loro Gesù. 




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Cosa dicevano di lui i suoi colleghi

Una sua collega di studi ricordava: «La prima cosa che d’acchito mi ha colpito è stato il suo sguardo. Mi ha guardato e mi ha trattato come se mi conoscesse da anni, prendendosi a cuore la mia persona, facendomi sentire preferita, come se fosse importantissimo il fatto che io fossi lì». Un altro studente ammette: «La libertà nei rapporti è una cosa che gli ho sempre invidiato nel senso che aveva la capacità di raccontare quello che studiava o quello che faceva anche ai sassi, risultando assolutamente interessante, ma perché tutto era vero per lui!».




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La “Clinica mobile”

Nell’ambiente universitario Giovanni è come un uragano: è presente nella Conferenza degli studenti della Statale, è rappresentante degli studenti nella propria Facoltà, elabora iniziative proiettate nel mondo del lavoro, crea la “Clinica Mobile”, con cui accompagna gli studenti nelle realtà agricole per sperimentare il lavoro di veterinario. Le sue serate a cena presso amici, conoscenti e studenti universitari non si contano.

Trova anche il tempo di partecipare al Presepio vivente di San Vittore e di essere coinvolto nella Radio Missione francescana.

Indubbiamente un ragazzo che, con esuberanza ed entusiasmo, ama vivere a pieni polmoni.

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Cristo e il Meeting di Rimini

In un sms scrive: «Quello che so è come [Cristo] mi sta prendendo adesso e che tutta una vita così, con Cristo davanti agli occhi, come adesso me la sta regalando dentro quest’esperienza del CLU, la vorrei. Quindi ora scappo… entro in chiesa e nella mia giornata, desideroso di darmi tutto in questa compagnia e a Lui».

Giovanni ritaglia del tempo anche per l’impegno di capo scout: con i «lupetti» non perde occasione per sottolineare la bellezza della natura, lo spettacolo delle montagne, il gusto dell’amicizia, la sorpresa della gratuità. Un appuntamento irrinunciabile è, nel mese di agosto, il Meeting di Rimini che lo vede come volontario. Nonostante le tante mansioni, Giovanni trova sempre il tempo di fermare il monopattino grigio, con cui attraversa veloce ogni stand, per salutare amici e conoscenti.


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L’incidente mortale

Venerdì 4 novembre 2011, poco dopo la mezzanotte, Bizzo rientra a casa in moto, dopo una cena con amici universitari. Piove. La ruota scivola sulle rotaie bagnate del tram, la moto sbanda e, nonostante il casco, la caduta è fatale. Giovanni muore a 23 anni.

La storia di questo giovane non si interrompe il giorno venerdì 7 novembre, con il funerale. Nel 2015 viene pubblicato “Il regalo di Bizzo“, il libro-testimonianza sulla vita del giovane. Quasi duecento pagine, fitte di mille ricordi, di profonde riflessioni e di numerose lettere nelle quali «si è volutamente scelto di far parlare la vita di Giovanni attraverso chi lo ha conosciuto, chi ha percepito, attraverso la sua presenza, una Presenza più grande».




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“Sai mamma….”

Il 1° novembre 2011, tre giorni prima dell’abbraccio con il Padre, Giovanni, in un intenso colloquio con la mamma, confidava: «Sai mamma, anch’io voglio essere una presenza nel mondo come lo è stato il nonno per noi, per la nostra famiglia… un punto fermo. Ecco, io voglio lasciare una traccia nel mondo, non voglio vivere inutilmente».

Il funerale-matrimonio

Ha scritto la mamma di Bizzo: «A un certo punto della cerimonia [funebre], con la bara a terra davanti a noi, ho detto a mio marito che sembrava piuttosto il suo matrimonio tanto era palpabile la Sua Presenza. Così a tutte le centinaia di ragazzi che erano lì con noi ho voluto assolutamente dire che, al di là di quello che stavamo provando, la realtà è positiva e che la vita, come ha fatto Giovanni, va giocata fino in fondo».


Therese of Lisieux Joan of Arc Lúcia Santo Francisco and Jacinta Martos

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“Giovanni non ha avuto pudore…”

Durante il rito funebre, partecipato da tantissimi giovani, il celebrante don Ambrogio Pisoni, ribadiva che «Giovanni non ha avuto pudore nel manifestare nella sua vita il segreto che l’animava, la forza che la rendeva giovane ogni giorno, la bellezza che l’affascinava: forza, bellezza, bontà, verità che hanno il nome e il volto di Gesù Cristo. A questa Presenza, Giovanni ha consegnato la sua vita. E il Signore è stato generoso: attraverso di lui, infatti, ha toccato almeno le vite di noi qui oggi. E chissà quante altre..».




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