«Siamo preoccupati che le giovani generazioni vengano ‘avvelenate’ dal diffondersi di ideologie contrarie al rispetto della dignità umana, all’armonia e all’unità dei popoli, portando nella società orrore e odio».
Gli esponenti delle confessioni religiose di Trieste, che per la prima volta scelgono di sottoscrivere unitariamente un appello, affermano dunque di essere «uniti nel ricordare che condividiamo e sosteniamo con fermezza tesi che si ispirino alla pace, all’uguaglianza e alla solidarietà».
Il corteo
L’occasione di questo storico documento congiunta è la concomitanza, il prossimo 3 novembre, della celebrazione del santo patrono di Trieste San Giusto e del corteo nazionale in città annunciato da CasaPound nella stessa data. Un corteo che desta più di una preoccupazione.
Contro questo clima si riuniscono ora le comunità religiose. La lettera-appello è stata firmata dal rabbino capo di Trieste, rav. Alexandre Meloni, dall’arcivescovo cattolico, Giampaolo Crepaldi, dall’imam, Nader Akkad, dall’archimandrita greco ortodosso, padre Gregorios Miliaris e dal Protopresbitero serbo ortodosso, Rasko Radovicil.

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“Messaggio chiaro”
Pur non volendo fare alcun riferimento diretto al corteo di CasaPound gli esponenti delle varie fedi e confessioni religiose esortano le istituzioni e la cittadinanza «a mandare un messaggio chiaro, affinché la nostra città, nel giorno della festa laica e religiosa di Trieste, sia risparmiata da manifestazioni di ideologie che richiamano ad un passato tragico» (Repubblica, 16 ottobre).
Il precedente a Trieste
Gli esponenti religiosi, in particolare, si dicono«preoccupati per l’acuirsi di manifestazioni di razzismo e intolleranza in tutta Italia e in Europa, fenomeno che potrebbe portare ad un rinfocolamento di odi razziali e discriminatori che ricondurrebbero la nostra società indietro di 80 anni, a quel 1938 che fece di Trieste il megafono attraverso il quale il fascismo rese pubbliche le odiose le leggi razziali».

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Preghiera alla chiesa di San Giusto
«Noi cattolici in quel giorno andremo a San Giusto per un momento di preghiera che riguarda la nostra identità della chiesa cattolica – ha affermato don Ettore Malnati, vicario del vescovo per il Laicato e cultura – rispettare questo giorno, un giorno di festa per tutti coloro che sentono l’identità di Trieste. Non rispettarlo significa violentare il senso civico e religioso e mi rammarica che le istituzioni non abbiano avuto questa attenzione».
“Appello morale ed etico”
«Il senso di questa lettera – ha sottolineato il rabbino Alexander Meloni – è quello di fare un appello morale ed etico alla cittadinanza, andando oltre a quelli che possono essere le appartenenze politiche, e sono quanto mai felice che a questo appello abbiano risposto presente tutti i rappresentanti religiosi della città» (Il Piccolo, 17 ottobre).
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