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Non è mai troppo tardi per trovare un senso alla vita

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Orfa Astorga - pubblicato il 17/10/18

Amore, sofferenza e vita, tre parole che vanno di pari passo

Le mie amiche ed io abbiamo già raggiunto i 50 anni. Nei nostri incontri al bar, in genere affrontiamo il tema dell’età. Non ci manca l’umorismo per commentare ciò che ci impedisce di vederci e sentirci giovani.

Una con atteggiamento pessimista ci ha però raccontato che ogni giorno pensava con paura e tristezza a come si riduceva il suo tempo sulla Terra, esprimendo dolore per quelle che definiva le sue “ridotte aspettative di vita”. Non si faceva problemi nel dirci che aveva nostalgia del passato, della giovinezza.

Visto che è un’amica molto intima, ho voluto parlare con lei della questione a tu per tu.

Le ho posto 3 domande:

  • Perché vuoi sapere se stai invecchiando?
  • Perché provi nostalgia della giovinezza perduta?
  • Perché si devono invidiare i giovani?

“Ogni età – le ho detto – ha gli aspetti positivi necessari per vivere la vita con senso”. Il nostro passato si è lasciato indietro la giovinezza, e come dice un’espressione della mia terra “Nessuno potrà eliminare ciò che si è cantato e ballato”. Ciò vuol dire che il nostro lavoro, i nostri amori legittimi, la famiglia che abbiamo costruito, gli amici che ci siamo fatti saranno sempre realtà inalterabili.

E soprattutto gli errori riparati e le sofferenze accettate con coraggio. Di quegli errori rettificati e di quelle sofferenze possiamo sentirci orgogliosi, anche se non suscitano alcuna invidia.

Possiamo sicuramente scartare l’idea di scalare l’Everest o di partecipare alle Olimpiadi. Non perdendoci nelle cose mondane, però, possiamo andare avanti nell’avventura di scoprire la verità più profonda della nostra esistenza, aumentando la nostra fede, la nostra speranza e la nostra capacità di amare, ed essendo al contempo sempre più felici.

Significa che non ci creeremo più la falsa necessità di mettere a tacere le nostre coscienze e potremo essere sempre più libere e vivere con più pace.

“Sì, però…”, ha balbettato la mia amica stringendosi nelle spalle con una certa amarezza. “Il fatto è che dal punto di vista personale non ho molto di cui essere orgogliosa nel mio passato, visto che ho commesso molti errori per via del mio brutto carattere. Come trovare allora il senso della vita di cui parli?”

“Sono sicura”, ho risposto, “che è la vita stessa che ci interroga al riguardo, e dobbiamo rispondere affrontando a testa alta le circostanze concrete. Te lo spiegherò in questo modo: immagina la vita come un viaggio in mare. Tu sei il capitano della nave, e alla fine del viaggio ti rendi conto con dolore di essere arrivata nel porto sbagliato. Se avessi l’opportunità di rifare il viaggio daccapo, cosa succederebbe? Cosa correggeresti?”

“Ho capito”, ha detto la mia amica molto seria, “che per quanto possibile posso emendare a molti degli errori in cui ho vissuto e vivo tuttora. Posso anche chiedere perdono e restituire con molto bene i danni che ho provocato. In questo modo alla fine della mia vita non mi angoscerei e avrei trovato un fine, un senso per arrivare in un porto sicuro”.

“È così, perché a ciascuno spetta di decidere se deve vivere con responsabilità di fronte alla propria coscienza e agli altri”, le ho detto.

La mia amica ha recuperato non solo il senso della sua esistenza, ma anche quello dell’amore, perché nei suoi discorsi parlava già dell’accettazione dei doni dell’esistenza: dell’amore del marito, della bellezza dell’arte, della musica, dello splendore della natura o del calore fraterno delle sue amiche. Era un’altra persona.

Alcuni anni dopo ha perso uno dei suoi figli, e allora mi ha detto che anche se il suo dolore era ovviamente molto grande non era meno quello della nuora e dei figli piccoli, e voleva essere una nonna e una suocera migliore di quello che avrebbe pensato.

È stata in grado di trovare la risposta al senso della sofferenza attraverso la sua accettazione come sacrificio che valeva la pena di compiere. Trovando il senso della sua vita è riuscita a trovare anche quello dell’amore e della sofferenza.

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