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Cosa significa per la Chiesa il miracolo di Paolo VI per i bambini non nati?

PAUL VI

Giancarlo GIULIANI I CPP I CIRIC

Le Pape Paul VI.

Xavier Le Normand - i.Media per Aleteia - pubblicato il 12/10/18

Il sacerdote che ha portato il caso a Roma riflette sulle sfide del Papa nella sua epoca, e nel suo lavoro dal Cielo

Il beato Paolo VI, Papa dal 1963 al 1978, verrà canonizzato questa domenica in una cerimonia celebrata da Papa Francesco in Piazza San Pietro.

Un miracolo attribuito all’intercessione del Pontefice riguarda la nascita, nel 2014, di una bambina italiana sana anche se la placenta era stata perforata durante la villocentesi – eventualità in genere fatale per il bambino.

Questo miracolo è un “incoraggiamento alle famiglie ad avere figli”, ha affermato padre Paolo Zambruno, della diocesi di Verona, incaricato di riconoscere il miracolo.

Cosa ci insegna questo miracolo di Paolo VI?

Possiamo imparare tanto da questo miracolo. In primo luogo, dobbiamo capire la complessità della fase nella storia della Chiesa in cui ha vissuto Paolo VI, e come egli sia stato un vero segno di contraddizione.

Venne criticato sia da sinistra che da destra. Alcuni lo accusavano di voler desacralizzare la liturgia, e di tradimento nei confronti del cardinale Jozsef Mindszenty (1892-1975). [Nel contesto dei rapporti complicati tra il Vaticano e i sovietici, Paolo VI fece sì che Mindszenty, perseguitato dal Governo sovietico dell’Ungheria, lasciasse la sua terra natale a mo’ di esilio, e quando questi rifiutò di rinunciare al suo titolo di arcivescovo e primate, il Papa finì per privarlo della sua carica, n.d.e.].

C’era anche chi lo accusava di essere fuori dal mondo per via della sua enciclica Humanae vitae (1968) [che proibiva i contraccettivi artificiali, n.d.e.].

Quanto a questo miracolo, è chiaro che sia riferito alla Humanae Vitae. Sembra dire che l’ordine naturale rivelato da Paolo VI è la base dell’umanità, la prima rivelazione divina. Afferma anche che l’embrione è una persona. Questo miracolo sostiene quindi il paragrafo 14 dell’enciclica, che afferma che l’aborto è “è assolutamente da escludere […] anche se procurato per ragioni terapeutiche”.

Questo miracolo comporta un messaggio per tutti i cristiani?

A livello naturale, credo che abbia un messaggio per tutta l’umanità: rispettare la vita e proteggerla. È anche un incoraggiamento alle famiglie ad avere figli, che diventano testimoni dell’amore coniugale dei genitori. E soprattutto, e anche nel campo della procreazione, con il rispetto dovuto a ogni persona, dobbiamo ascoltare la natura, perché Dio perdona sempre, l’uomo a volte, ma la natura mai.

Come ha vissuto questo miracolo la famiglia?

Per i genitori il miracolo è stato una splendida sfida nei confronti di tutti. Solo la loro fede e l’amore per la loro bambina non ancora nata li ha spinti a portare avanti la gravidanza. C’è stata l’angoscia di sapere che la bambina avrebbe sofferto senza liquido amniotico, e c’era anche l’elevata possibilità che se fosse nata viva non avrebbe avuto polmoni o cervello… Ma la fiducia nell’intercessione di Papa Paolo VI li ha fatti sperare nonostante tutto. La loro fede li ha salvati.

Purtroppo i genitori e la bambina non potranno essere presenti alla Messa di canonizzazione del 14 ottobre. Per quanto mi riguarda, avrò la grazia di concelebrare.

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