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Antonella Elia: ho abortito a 26 anni, è il mio rimpianto più grande

ANTONELLA ELIA

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 12/10/18

La conduttrice per la prima volta ha raccontato questo suo grande dolore: "Mi sento incompleta per non aver realizzato una cosa bella"

Antonella Elia, ora impegnata con Tale e Quale Show condotto da Carlo Conti, in un’intervista al settimanale Chi ha rivelato di aver abortito quando aveva 26 anni. Un’esperienza terribile, dolorosa, impossibile da dimenticare. Ha deciso di raccontarlo per la prima volta dopo così tanto tempo per liberarsi di un peso che per troppi anni l’ha tormentata. E come potrebbe essere diversamente?

Possiamo solo immaginare il suo dolore nascosto dietro il caschetto biondo, l’aria buffa e stralunata, il suo modo di parlare svampito, la cantilena nella voce. Chissà quanti sensi di colpa, quante lacrime, quanta solitudine. È lei a raccontarlo: le manca qualcosa o meglio qualcuno, il suo bambino, l’aborto è stato e resterà il suo rimpianto più grande.

“Il mio rimpianto più grande”

“Il mio rimpianto più grande? Un aborto a 26 anni. Non ne ho mai parlato, ma è ora di liberarmi da questo peso”.

Rimpianto, e nelle sue parole si avverte il peso di questa sofferenza muta, costante, come un disco rotto. L’aborto è una decisione irreversibile, una scelta drammatica, che uccide un bambino e rende infelice una donna. 


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Ho abortito perché volevo essere libera

Qualche giorno fa ho letto questa frase di Gustave Le Bon:

Per molti libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.

Quando la conduttrice scoprì di essere incinta lavorava a La Corrida, la sua carriera era agli inizi: le prime apparizioni in tv, i primissimi successi. Non fu per questo che decise di interrompere la gravidanza, racconta, ma per essere libera, indipendente, il solito ritornello del mondo che spesso mandiamo a memoria come brave scolarette: “cerca te stessa”, “goditi la vita” e invece poi quando ti ritrovi davvero a vivere solo per te, sei triste, vuoto e ti senti morire.

Mi sento incompleta

“Non volevo crescere un bimbo con un uomo con cui non avrei costruito nulla. Volevo essere libera e ora quella voglia di libertà mi si è ritorta contro. Ero giovanissima, lavoravo a ‘La Corrida’, con Corrado, e così ho segnato la mia vita. Mi sento incompleta per non aver realizzato una cosa bella”.

Anche sei hai abortito, Antonella, sei sempre una mamma. Sei stata coraggiosa a raccontare un dolore così intimo e insanabile della tua vita e soprattutto a non nascondere come ti senti oggi: incompleta e sola senza il tuo bambino.

Quel rimpianto tienitelo stretto, è la ferita attraverso cui può passare la grazia di Dio, se lo vorrai, per guarirti e donarti la felicità che cerchi.


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