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Il Papa parla del peccato dell’élite “che piace tanto a Satana”

POPE FRANCIS

Antoine Mekary | ALETEIA

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 11/10/18

Il Pontefice firma un libro-intervista sull'Ave Maria e ricorda che “Maria non può essere la mamma dei corrotti, perché i corrotti vendono la mamma”

C’è un peccato “che piace tanto a Satana”: il peccato dell’élite. “L’élite non sa cosa significa vivere nel popolo e quando parlo di élite non intendo una classe sociale: parlo di un atteggiamento dell’anima”, si legge nell’ultimo libro che Papa Francesco ha dedicato all’Ave Maria (Rizzoli), presentato l’8 ottobre a Roma.

Ecco le immagini della presentazione del testo:

Nel libro, il Papa denuncia il peccato dell’élite nella Chiesa e al di fuori di essa e attacca i corrotti che non amano la Vergine, capaci di “vendere la mamma” con una scelta “satanica”, e ammette di essere “un peccatore”.

Francesco porta quindi a esempio Maria, madre di Gesù, una “ragazza normale”, sempre al servizio, anche di suo Figlio, che ha sofferto per Lui e ha condotto una vita casta accanto allo sposo Giuseppe. Maria rappresenta anche il popolo di Dio. Francesco parla di una Chiesa che è popolo, popolo di Dio appunto, e ricorda Giovanni Paolo I, che sottolineava come Dio sia padre e madre (Isaia 49, 15).

Al diavolo piacciono le élites

“La normalità è vivere nel popolo e come il popolo. È anormale vivere senza radici in un popolo, senza collegamento con un popolo storico. In quelle condizioni nasce un peccato che piace tanto a Satana, il nostro nemico: il peccato dell’élite. L’élite non sa cosa significa vivere nel popolo e quando parlo di élite non intendo una classe sociale: parlo di un atteggiamento dell’anima. Si può appartenere a una Chiesa di élite. Però, come dice il Concilio nella Lumen gentium, la Chiesa è il santo popolo fedele di Dio. La Chiesa è popolo, il popolo di Dio. E al diavolo piacciono le élite”, ha scritto il Papa. Il prologo del testo è stato anticipato oggi dal Corriere della Sera.

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Maria, una ragazza normale

Francesco presenta la Vergine Maria come una ragazza come tante: “Da quando è nata fino all’Annunciazione, al momento dell’incontro con l’angelo di Dio, me l’immagino come una ragazza normale, una ragazza di oggi, una ragazza non posso dire di città, perché Lei è di un paesino, ma normale, normale, educata normalmente, aperta a sposarsi, a fare una famiglia”.

“Una cosa che immagino è che amasse le Scritture”, continua il Pontefice. “Conosceva le Scritture, aveva fatto la catechesi ma familiare, dal cuore. Poi, dopo il concepimento di Gesù, ancora una donna normale: Maria è la normalità, è una donna che qualsiasi donna di questo mondo può dire di poter imitare”.

“Niente cose strane nella vita, una madre normale: anche nel suo matrimonio verginale, casto in quella cornice della verginità, Maria è stata normale. Lavorava, faceva la spesa, aiutava il Figlio, aiutava il marito: normale”.

Le donne che educano i figli da sole

“La ri-creazione comincia da Maria, da una donna sola. Possiamo pensare alle donne sole che portano avanti la casa, da sole educano i figli. Ecco, Maria è ancora più sola. Sola comincia questa storia, che prosegue con Giuseppe e la famiglia; ma all’inizio la ricreazione è il dialogo tra Dio e una donna sola (…). Sola nel momento dell’annuncio e sola nel momento della morte del Figlio”.

Il dolore delle Madri di Plaza de Mayo

Il Papa descrive poi le madri che affrontano grandi sofferenze e ricorda in particolare le Madri di Plaza de Mayo, il movimento per i diritti umani contro le deportazioni di massa durante la dittatura militare argentina alla fine degli anni Settanta.

“A una mamma che ha sofferto quello che hanno sofferto le mamme di Plaza de Mayo io permetto tutto. Può dire tutto, perché è impossibile capire il dolore di una mamma. Qualcuna mi ha detto: ‘Vorrei vedere almeno il corpo, le ossa di mia figlia, sapere dov’è stata sepolta’”.

“Esiste una memoria che io chiamo ‘memoria materna’, qualcosa di fisico, una memoria di carne e ossa. Anche questa memoria può spiegare l’angoscia. Tante volte dicono: ‘Ma dov’era la Chiesa in quel momento, perché non ci ha difeso?’ Io sto zitto e le accompagno. La disperazione delle mamme di Plaza de Mayo è terribile”.

“Non possiamo far altro che accompagnarle e rispettare il loro dolore, prenderle per mano, ma è difficile”.

La bellezza di Maria

Il Papa spiega la bellezza di Maria come incompatibile con il concetto mondano del termine. “L’angelo non dice a Maria: ‘Tu sei piena di intelletto, sei intelligente, sei piena di virtù, sei una donna ultrabuona’. No: ‘Sei piena di grazia’, cioè di gratuità, di bellezza. La Madonna è la bella per eccellenza. La bellezza è una delle dimensioni umane che troppo spesso trascuriamo. Parliamo della verità, della bontà e lasciamo da parte la bellezza. Invece è importante quanto le altre. È importante trovare Dio nella bellezza”.

Le madri che fanno di tutto per un figlio

Francesco ricorda anche le volte in cui passava in autobus davanti al carcere di Villa Devoto, a Buenos Aires, per sottolineare che una madre per i figli fa tutto. “C’era la coda delle mamme e le vedevano tutti, queste donne in coda per entrare, per visitare un figlio. Non è difficile immaginare le umiliazioni che deve subire una donna, le perquisizioni… Ma non importa, è per un figlio. Si lasciano calpestare, quello che importa è il figlio. A Maria importava il Figlio. Non i commenti degli altri”.

Il corrotto compie scelte sataniche

Il vescovo di Roma conclude dicendo che “Maria non può essere la mamma dei corrotti, perché i corrotti vendono la mamma, vendono l’appartenenza a una famiglia, a un popolo. Cercano soltanto il proprio profitto, che sia economico, intellettuale, politico, di qualsiasi tipo”.

“Fanno una scelta egoistica, direi satanica: chiudono a chiave la porta dal di dentro. E Maria non riesce a entrare. Per questo l’unica preghiera per i corrotti è che un terremoto li commuova talmente da convincerli che il mondo non è cominciato e non finirà con loro (…). Maria è madre di tutti noi peccatori, dal più al meno santo”.

Francesco si riconosce poi peccatore. “È la realtà. Se dicessi di me di non essere un peccatore, sarei il corrotto più grande”. Il Papa ha chiesto a tutti i cattolici del mondo di recitare il Rosario nel mese di ottobre e di pregare San Michele perché respinga gli attacchi del demonio contro la Chiesa.

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