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10 cose su cui riflettere per attirare oggi i giovani verso la Chiesa

POPE FRANCIS MEETING YOUTH

Antoine Mekary | ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 10/10/18

Se ne parla al Sinodo nella Relazione dei Circoli Minori

Cosa fare oggi per attirare i giovani verso la Chiesa? Sicuramente non commettere più gli errori del passato e comprendere meglio il presente in cui vivono. I giovani desiderano una Chiesa «più autentica e relazionale, impegnata concretamente per la giustizia e il servizio ai più poveri».

Di questo si sta riflettendo al Sinodo, nella Relazione dei Circoli Minori. In particolare, i Padri Sinodali italiani hanno puntato l’indice su alcune delicate questioni, dopo aver esaminato attentamente la prima parte dell’Instrumentum Laboris. Eccole di seguito.

1) Non distinguere più giovani e Chiesa

«La necessità – si legge nella relazione – di considerare i giovani parte della Chiesa, evitando di indurre la sensazione che ne siano fuori. Essi sono già il presente della Chiesa, non solo il futuro: la Chiesa parlando dei giovani parla di sé. L’uso della congiunzione “e” (in espressioni come “i giovani e la Chiesa”) rischia di avvallare una comprensione distorta che separa i giovani dalla comunità, portando conseguenze negative a diversi livelli».


CANONISATION JOHN PAUL II AND JOHN XXIII

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2) Iniziative “con” i giovani

Un altro rischio sul piano pastorale, osservano i Padri Sinodali, «è quello di progettare iniziative per i giovani, anziché con i giovani», tenendo conto delle diverse prospettive e esigenze degli stessi giovani coinvolti. Per arricchirsi reciprocamente in questo percorso, è indispensabile un dialogo franco e schietto con gli under 35 e nessuna forma di «autoreferenzialità» come avvenuto, spesso, in passato.

POPE FRANCIS MEETING YOUTH
Antoine Mekary | ALETEIA

3) Basta stili pastorali ormai “vecchi”

«Stop all’abbandono di una paternità e di una maternità che ha lasciato orfane le giovani generazioni, come pure il perpetuarsi di stili pastorali non più capaci di attrarle».




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4) Mai più scandali sessuali

La relazione non sfugge ad uno dei cancri che ha tormentato e ancora tormenta la Chiesa: il dramma degli abusi sessuali.

«Più volte – sottolineano i Padri – sono stati menzionati i danni provocati sulla loro crescita dagli scandali nel campo della sessualità, della ricchezza ed anche dell’abuso dell’autorità. Per questo si sente l’urgenza per tutta la Chiesa di mettersi in atteggiamento di conversione per accompagnare i giovani nella loro crescita».

POPE FRANCIS MEETING YOUTH
Antoine Mekary | ALETEIA

5) L’esempio di Gesù non è più al centro

La comunità cristiana paga oggi una difficoltà nel trasmettere la fede da una generazione all’altra. «In questo – evidenzia la relazione – una grande responsabilità l’hanno gli adulti. Essi, sia in famiglia sia fuori, non sono stati testimoni credibili della bellezza del messaggio evangelico».

Per di più, prosegue il documento «il clima di esasperato individualismo, che si è diffuso anche nella comunità cristiana, ha favorito l’affermarsi di una concezione della salvezza come generico benessere psicologico autocentrato e slegato dalla dimensione comunitaria e sacramentale. Si è così persa la percezione della buona notizia della grazia che ci viene dalla persona di Gesù Cristo. Deve pertanto emergere con maggiore forza la responsabilità da parte dei credenti di accompagnare i giovani all’incontro personale con Gesù».




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6) Responsabilizzare i giovani con il “bene”

Gli adulti devono fare di più per «la responsabilità̀ dei giovani e il loro impegno nel bene, che non di rado risulta sorprendente. Questo è stato osservato in particolare nel campo della catechesi e del servizio ai poveri, dove spesso i giovani sanno essere ottimi evangelizzatori e catecheti per altri giovani, se ben formati a questo servizio».

YOUNG PEOPLE ROME
Marinella Bandini I Aleteia

7) Sessualità limpida

Altro argomento spinoso: il sesso. La Chiesa deve parlare in modo chiaro e diretto con le nuove generazione. Scrivono i Padri Sinodali: «Un campo in cui questo accompagnamento risulta particolarmente importante è quello della vita affettiva e della sessualità, dove i giovani hanno bisogno di chi parli loro con limpidezza, profonda umanità ed empatia, aiutandoli a riconoscere i segni dell’amore di Dio presenti in questo campo».


MŁODY MĘŻCZYZNA

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8) Gestire bene le situazioni “difficili”

Attenzione alle «debolezze sperimentate dai giovani, da quelle relative a contesti di famiglie ferite o in difficoltà economiche, a quelle delle paure e delle insicurezze davanti al futuro, specie dove la crisi degli ultimi anni sembra precludere possibilità di impiego reale delle proprie capacità naturali e acquisite». La Chiesa deve comprendere e affrontare con delicatezza queste situazioni per avvicinare ad essa il giovane.

POPE FRANCIS GREETS YOUNG PEOPLE DURING A PRE-SYNODAL MEETING
©ServizioFotograficoOR/CPP

9) Scuola, università e fede

Una giusta considerazione, si legge ancora nella Relazione dei Circoli Minori, «va data alle istituzioni scolastiche e universitarie cattoliche, che spesso sono il luogo dove può giungere ai giovani il messaggio della fede, collaborando a creare nella società un clima di convivenza interculturale e interreligiosa. Esse non vanno usate in chiave strumentale o utilitaristica, ma valorizzate come opportunità in cui offrire nella giusta libertà cammini di maturazione umana e spirituale autentici.»

Circa il rapporto fra giovani, fedi e religioni, afferma il documento, «si è rilevata la crescita recente di nuove forme di fondamentalismo e di intolleranza, che rendono più che mai necessaria l’educazione dei giovani al rispetto dell’altro, al dialogo fra credenti e non credenti e in ambito interreligioso ed ecumenico».


GIUSSANI GOBILLIARD

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10) Sfruttare il web, ma non per manipolare i giovani

Da un altro punto di vista, conclude la Relazione dei Circoli Minori, «l’analisi dei capitoli sull’attualità della condizione giovanile ha sottolineato l‘appello a usare il web senza farsi usare; la comprensione e il rifiuto della cultura dell’omologazione (la quarta rivoluzione: quella digitale), definita spesso “cultura del faraone”; l’invito agli educatori a farsi non tanto esperti quanto accompagnatori dei giovani in questo campo».

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