Livelli estremamente bassi di vitamina K possono causare emorragie e sanguinamenti di diversa importanza: sangue dal naso, sanguinamento dalle gengive, lividi, fino a gravi emorragie cerebrali.
Che cos’è
Si tratta di una vitamina coinvolta nella coagulazione del sangue. Il “K” è infatti l’iniziale della definizione danese “Koagulation vitamin”.
Dove si trova
La più importante fonte di vitamina K sono le verdure a foglie verdi: spinaci, broccoletti, lattuga. La vitamina K si trova anche nei legumi, negli oli vegetali e in alcuni frutti (ad esempio i mirtilli e i fichi). Gli alimenti di origine animale (carne, formaggio, uova) contengono quantità inferiori di vitamina K. La vitamina K, infine, è anche prodotta dai batteri che vivono nel nostro intestino.
A cosa serve, a cosa fa bene
La vitamina K è fondamentale per un corretto funzionamento della coagulazione del sangue. Ha un ruolo anche nella salute delle ossa.

Chi può avere bassi livelli di vitamina K
I neonati nei primi mesi di vita possono avere bassi livelli di vitamina K per varie ragioni (per questo si esegue sempre un’iniezione di vitamina K alla nascita).
I livelli di vitamina K possono inoltre essere bassi nei pazienti con una condizione cronica che riduce la capacità di assorbimento a livello intestinale: colite ulcerosa, fibrosi cistica, celiachia. È praticamente impossibile una mancanza di vitamina K dovuta ad una dieta sbilanciata.
Quando sospettare una mancanza di vitamina K
Livelli estremamente bassi di vitamina K possono causare emorragie e sanguinamenti di diversa importanza: sangue dal naso, sanguinamento dalle gengive, lividi, fino a gravi emorragie cerebrali.
Una mancanza di vitamina K provoca anche un indebolimento delle ossa con osteoporosi e aumento del rischio di fratture.
Rischi da eccesso
Un eccesso di vitamina K non è dannoso, se non nel caso in cui si assuma un farmaco anticoagulante (il warfarin). In questo caso, è bene verificare l’assunzione quotidiana di vitamina K con il proprio medico.