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Come essere una “madre spirituale”, avendo figli o no

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«In fondo alla chiesa con mio figlio di 3 anni, guardiamo una statua della Madonna di Lourdes, a mani giunte. “Vedi, è Maria, la madre di Gesù. Sai cosa sta facendo?” – “Si tuffa”. [era l'estate in cui gli insegnavamo a nuotare]».

Chloe Langr - pubblicato il 09/10/18

Il mondo ha bisogno di donne che ricoprano questo ruolo quanto ne ha di madri biologiche

Quando penso alle madri mi vengono in mente molte donne. Penso innanzitutto a mia mamma, che ha promosso nella mia vita l’amore per la lettura e la scrittura. Mia nonna mi ha insegnato a suonare il piano e a cucirmi un vestito. Le donne della chiesa in cui sono cresciuta non perdono mai l’occasione per venire a salutarmi quando torno a casa per le vacanze, e la mamma di una mia amica preparava gli stuzzichini e a volte ci permetteva di stare alzate anche oltre il nostro coprifuoco stabilito quando organizzavamo dei pigiama party. Nella mia vita odierna, le suore mi mostrano cosa significhi amare Gesù con tutto il cuore.

Se alcune di queste donne sono chiamate “mamma” da figli che hanno fatto nascere o allevato, altre che mi hanno insegnato la profondità e la bellezza della maternità non hanno mai cresciuti figli propri, e alcune lo hanno fatto ma la loro maternità è andata ben oltre i confini di casa. Sono tutte madri spirituali nella mia vita – donne che mi hanno amata e hanno investito nella mia storia, nutrendo il mio cuore e la mia anima.

Quanto alla mia storia personale, la maternità spirituale può sembrare un premio di consolazione. Anche se sono la madre biologica di Marion, nostro figlio, non lo stringo tra le braccia. Lui è in Cielo, e intercede per me e per suo padre (e ci dà degli incentivi incredibili nel nostro viaggio verso la patria celeste). Non mi aspettavo di essere la mamma di un piccolo santo, e non avevo programmato neanche l’infertilità successiva.

La maternità non è sempre quello che pensi.

Credete che Dio vi abbia chiamate al matrimonio ma non avete ancora trovato la persona giuusta? Avete anche voi un piccolo santo in cielo? L’esperienza dell’infertilità pesa sul vostro cuore? Essere mamme di bambini piccoli non è come avevate sognato? Cristo vi sta chiamando ad essere solo Sua sposa, chiedendovi di sacrificare i figli per una vocazione alla vita religiosa o consacrata?

Se vi riconoscete in una di queste situazioni, magari vi sembra che la chiamata alla maternità spirituale sia di serie B, ma non potrebbe esserci cosa più lontana dalla realtà. L’arcivescovo Fulton Sheen ha scritto una volta che “ogni donna al mondo è stata creata per essere madre, a livello fisico o spirituale”.

In uno dei miei scritti preferiti di San Giovanni Paolo II, la Lettera alle Donne, si legge che la maternità spirituale ha un “valore veramente inestimabile, per l’incidenza che ha sullo sviluppo della persona e il futuro della società”. Il Pontefice ringrazia anche le donne per loro generosità, per la disponibilità a donarsi agli altri – soprattutto i più deboli e indifesi.

Ecco sei cose concrete che potete fare per esplorare la chiamata alla maternità spirituale e capire che non è un premio di consolazione, ma una chiamata straordinaria del Padre. Il mondo ne ha bisogno!

1. Non aspettate di avere figli per iniziare a usare i vostri doni materni

“Se la maternità riguardava più quello che si ha nel cuore che quello che si ha nel grembo, dovevo smettere di aspettare che arrivasse un bambino per usare i miei doni materni”, scrive Colleen Carroll Campbell, autrice di My Sisters the Saints. “Dovevo iniziare a riconoscere le opportunità che già avevo di favorire la crescita negli altri, difendere i vulnerabili e rendere il mondo un luogo più amorevole e umano”.

Se siamo chiamati a rispecchiare l’amore di Cristo nei confronti dei poveri e degli indifesi nella nostra vita, ciò non è certo confinato alla maternità fisica. Nel suo libro, la Campbell descrive come il fatto di prendersi cura del padre nella sua lotta contro l’Alzheimer le abbia dato l’opportunità di vivere la sua maternità spirituale.

Quali settori della vostra vita sono un invito ad approfondire la maternità spirituale? Potrebbe presentarsi nella forma di pregare per gli altri, di amarli come figli e figlie. Forse Cristo vi sta chiamando ad affiancarvi a qualcuno nella vostra vita e a percorrere insieme la strada del Paradiso. Il Signore vuole forse trasformare la croce che state portando in un ponte verso il Suo cuore per altre persone nella vostra vita.

Come per l’unicità del vivere il genio femminile, la maternità spirituale è diversa nella vita di ogni donna. “Nella vita delle donne consacrate che vivono, ad esempio, secondo il carisma e le regole dei diversi Istituti di carattere apostolico, essa si potrà esprimere come sollecitudine per gli uomini, specialmente per i più bisognosi: gli ammalati, i portatori di handicap, gli abbandonati, gli orfani, gli anziani, i bambini, la gioventù, i carcerati e, in genere, gli emarginati”, ha scritto Giovanni Paolo II nella sua lettera apostolica Mulieris dignitatem.

2. Fate da mentore a dei giovani nella vostra vita

La maternità spirituale non è come quella biologica, e non significa assumere il ruolo delle madri biologiche. È invece un’opportunità per investire nella vita di chi vi circonda, soprattutto dei giovani. Potete essere una fonte di incoraggiamento, educazione e saggezza. La vostra presenza nella vita di bambini e giovani adulti può aiutarli a comprendere il loro valore e la loro dignità come figli di Dio.

“Sono chiamata ad amare il giovane che in una conferenza mi dice che sta per entrare in seminario o alcuni ‘bambini’ che il Signore mi manda solo per un momento”, ha affermato suor Consolata, FSGM. “Che sia una classe piena di bimbi di quinta elementare a cui parlo per mezz’ora o la giovane donna che discerne una vocazione alla vita consacrata che devo accompagnare nel suo percorso per vari anni, in tutte le persone che Gesù mi invia trovo un pezzo del Suo Cuore. Questo è il dono della maternità spirituale”.

3. Attingete al potere della preghiera di intercessione

Come la maternità fisica offre opportunità per nutrire il corpo e la mente dei bambini, la maternità spirituale dà la possibilità di alimentare l’anima altrui. La vostra maternità spirituale vi permette di essere sensibili alle necessità spirituali delle persone che incontrate. Come madri spirituali, potete offrire al Signore le loro necessità e le loro richieste di preghiera.

Un modo particolare di vivere la maternità spirituale è intercedere per le anime dei sacerdoti e per la Chiesa. “La vocazione ad essere madre spirituale per i sacerdoti è troppo poco conosciuta, scarsamente compresa e perciò poco vissuta, nonostante la sua vitale e fondamentale importanza. Questa vocazione è spesso nascosta, invisibile all’occhio umano, ma volta a trasmettere vita spirituale”, si legge in un documento del 2007 della Congregazione vaticana per il Clero.

4. Sviluppate un rapporto con i vostri figliocci

Se siete madrine di qualche bambino, questo rapporto vi offre un’opportunità unica per esercitare la maternità spirituale. Il vostro ruolo nella sua vita come madrina è quello di trasmettere la fede cattolica e assistere i genitori in questo compito importante e splendido. Trascorrete regolarmente del tempo con i vostri figliocci (anche se solo al telefono o con una videochiamata!). Inviate loro un biglietto nell’anniversario del loro Battesimo, o per il loro onomastico. Cosa più importante, pregate per i vostri figliocci. Potete anche offrire un’ora di adorazione per le loro intenzioni.

“Ho centinaia di figli. Qualche figlioccio, ma per la maggior parte figli spirituali, studenti a cui ho insegnato e adolescenti con cui ho parlato in ritiri, campi o conferenze”, scrive Meg Hunter-Kilmer. “Il rapporto che ho con questi ragazzi a volte dura solo qualche ora, altre volte si protrae per anni e cambia entrambi. Li definisco i miei ragazzi perché sono la loro madre – una delle tante madri che hanno, a Dio piacendo. Li chiamo ‘i miei ragazzi’ anche quando hanno 25 anni, perché quando lo dico non intendo dire che sono bambini, ma che sono miei”.

5. Siate zie impegnate e coinvolte

Mentre crescevo, mi piaceva molto trascorrere del tempo a casa dei miei nonni perché potevo vedere le mie zie. I vostri fratelli hanno dei bambini piccoli? Siate zie coinvolte e impegnate. Passate per casa loro all’ora di cena, festeggiate i compleanni e tenetevi aggiornate sulle attività che amano svolgere.

Non avete ancora dei nipoti? “Zie e zii non devono essere necessariamente parenti per essere importanti”, scrive Monica Leftwich. “Nel corso degli anni, ho assunto il ruolo di ‘zia’ per molte bambine a cui non sono legata da rapporti di parentela. Quando parlo con loro, queste splendide ragazze ricordano i momenti divertenti con ‘Miss Monica’”. Forse c’è una famiglia che frequenta la vostra parrocchia che vorrebbe aiuto con i bambini durante la Messa. Non temete di conoscere famiglie con figli piccoli e offrite il vostro aiuto – può essere una grande benedizione non sentirsi soli nel crescere dei bimbi!

6. Affidate la vostra maternità spirituale a Maria

“Ovunque esiste la necessità di simpatia e aiuto materno, e quindi siamo in grado di riassumere nell’espressione ‘senso materno’ quello che abbiamo sviluppato come valore caratteristico della donna”, ha scritto Santa Edith Stein. La maternità di cui scriveva non si ritrova solo in quella fisica. “Il senso materno dev’essere quello che non resta confinato nella cerchia ristretta dei rapporti di sangue o delle amicizie personali, ma quello che si conforma al modello della Madre della Misericordia. Deve avere le radici nell’amore divino universale per tutti”.

È la Beata Madre che ci offre l’esempio di come possa essere la maternità spirituale nella vita quotidiana, ordinaria. Ai piedi della croce, Maria accetta la missione di essere madre spirituale di tutti noi. È per questo che San Giovanni Paolo II ci incoraggia a confidare in Maria nel nostro viaggio verso Suo Figlio. La fiducia è l’unica risposta adeguata all’amore di una persona, in particolare all’amore di una madre.

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