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“Attacco ingiusto” al Papa: 7 chiavi della lettera del cardinale Ouellet a Viganò

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Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 09/10/18

Francesco conosceva la situazione di McCarrick? Papa Benedetto XVI ha impartito una sanzione al cardinal McCarrick che poi Francesco non ha rispettato? Perché il cardinale Ouellet, con l'autorizzazione del Papa, risponde a Viganò?

Per il cardinale Marc Ouellet, l’attacco “ingiusto” contro Papa Francesco è una “montatura politica priva di un reale fondamento”. È quanto dichiara riferendosi alle accuse per le quali Papa Bergoglio era a conoscenza dal 23 giugno 2013 delle denunce per abusi sessuali contro l’ex cardinale statunitense Theodore McCarrick.

Per mettere a tacere l’attacco di monsignor Carlo Maria Viganò contro il Papa, il prefetto della Congregazione per i Vescovi ha scritto una lettera schietta e severa, firmata il 7 ottobre 2018, festa di Nostra Signora del Santo Rosario. Il testo è stato pubblicato quasi in concomitanza con l’appello di Francesco ai cattolici del mondo a recitare il Rosario nel mese di ottobre e a San Michele per respingere gli attacchi del diavolo contro la Chiesa.

Presentiamo 7 punti chiave presenti nella lettera aperta del cardinale Ouellet all’ex nunzio negli Stati Uniti, l’arcivescovo 77enne Viganò, che ha accusato pubblicamente il Papa di aver eluso un presunto ordine di Benedetto XVI nei confronti di McCarrick perché si ritirasse a vita privata ed è arrivato a chiedere la rinuncia del Successore di Pietro.


CARLO MARIA VIGANÒ

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Vari settori dell’opinione pubblica statunitense si chiedono ancora se le accuse di copertura contro il Papa siano vere, e come hanno fatto notare alcuni osservatori la lettera di Ouellet arriva a “ritmo tranquillo” rispetto alla tempesta mediatica scatenata da Viganò, anche perché le tesi di quest’ultimo erano piuttosto deboli.

1. Francesco conosceva la situazione di McCarrick? No, è un’accusa “incredibile e inverosimile”

Il prefetto della Congregazione per i Vescovi ha risposto a Viganò sul caso McCarrick sostenendo che “francamente” “accusare Papa Francesco di aver coperto con piena cognizione di causa questo presunto predatore sessuale e di essere quindi complice della corruzione che dilaga nella Chiesa, al punto di ritenerlo indegno di continuare la sua riforma come primo pastore della Chiesa, mi risulta incredibile ed inverosimile da tutti i punti di vista”.

2. È stato Papa Francesco a far ascendere McCarrick nella gerarchia ecclesiale? No, non era neanche Pontefice

“Francesco non ha avuto alcunché a vedere con le promozioni di McCarrick a New York, Metuchen, Newark e Washington. Lo ha destituito dalla sua dignità di Cardinale quando si è resa evidente un’accusa credibile di abuso sui minori. Non ho mai sentito Papa Francesco fare allusione a questo sedicente gran consigliere del suo pontificato per le nomine in America, benché Egli non nasconda la fiducia che accorda ad alcuni prelati. Intuisco che questi non siano nelle tue preferenze, né in quelle degli amici che sostengono la tua interpretazione dei fatti. Trovo tuttavia aberrante che tu approfitti dello scandalo clamoroso degli abusi sessuali negli Stati Uniti per infliggere all’autorità morale del tuo Superiore, il Sommo Pontefice, un colpo inaudito e immeritato”.

3. Papa Benedetto XVI ha impartito una sanzione nei confronti del cardinal McCarrick che Francesco ha poi cancellato? No, Francesco lo considerava semplicemente un vescovo anziano e ritirato

Ouellet smonta le accuse di Viganò. Le riunioni nelle quali ha detto di aver informato Papa Bergoglio dei comportamenti incoerenti di McCarrick e delle presunte sanzioni imposte da Benedetto XVI e cancellate da Francesco a beneficio dell’ex arcivescovo di Washington, e che secondo il suo accusatore rivelerebbero complicità e copertura anche da parte delle alte gerarchie della Curia Romana, sembrerebbero veleno ideologico contro il pontificato.

“Veniamo ai fatti. Tu dici di aver informato Papa Francesco il 23 giugno 2013 sul caso McCarrick nell’udienza che ha concesso a te, come a tanti altri rappresentanti pontifici da lui allora incontrati per la prima volta in quel giorno. Immagino l’enorme quantità di informazioni verbali e scritte che egli ha dovuto raccogliere in quell’occasione su molte persone e situazioni. Dubito fortemente che McCarrick l’abbia interessato al punto che tu vorresti far credere, dal momento che era un Arcivescovo emerito di 82 anni e da sette anni senza incarico. Inoltre le istruzioni scritte, preparate per te dalla Congregazione per i Vescovi all’inizio del tuo servizio nel 2011, non dicevano alcunchè di McCarrick, salvo ciò che ti dissi a voce della sua situazione di Vescovo emerito che doveva obbedire a certe condizioni e restrizioni a causa delle voci attorno al suo comportamento nel passato”.

4. Cosa dicono gli archivi sulle sanzioni decretate da Papa Benedetto XVI nei confronti di McCarrick? Nel 2006 c’è stata semplicemente un’esortazione a non viaggiare e a non fare apparizioni pubbliche. Né Benedetto XVI né Francesco hanno predisposto un’udienza su McCarrick.

“Dal 30 giugno 2010, da quando sono prefetto di questa Congregazione, io non ho mai portato in udienza presso Papa Benedetto XVI o Papa Francesco il caso McCarrick, salvo in questi ultimi giorni, dopo la sua decadenza dal Collegio dei Cardinali. L’ex-Cardinale, andato in pensione nel maggio 2006, era stato fortemente esortato a non viaggiare e a non comparire in pubblico, al fine di non provocare altre dicerie a suo riguardo.

È falso presentare le misure prese nei suoi confronti come ‘sanzioni’ decretate da Papa Benedetto XVI e annullate da Papa Francesco. Dopo il riesame degli archivi, constato che non vi sono documenti a questo riguardo firmati dall’uno o dall’altro Papa, né nota di udienza del mio predecessore, il Cardinale Giovanni Battista Re, che desse mandato dell’obbligo dell’Arcivescovo emerito McCarrick al silenzio e alla vita privata, con il rigore di pene canoniche.

Il motivo è che non si disponeva allora, a differenza di oggi, di prove sufficienti della sua presunta colpevolezza. Di qui la posizione della Congregazione ispirata alla prudenza e le lettere del mio predecessore e mie che ribadivano, tramite il Nunzio Apostolico Pietro Sambi e poi anche tramite te, l’esortazione a uno stile di vita discreto di preghiera e penitenza per il suo stesso bene e per quello della Chiesa.


MCCARRICK

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Il suo caso sarebbe stato oggetto di nuove misure disciplinari se la Nunziatura a Washington o qualunque altra fonte ci avesse fornito delle informazioni recenti e decisive sul suo comportamento. Mi auguro come tanti che, per rispetto delle vittime ed esigenza di giustizia, l’indagine in corso negli Stati Uniti e nella Curia romana ci offra finalmente una visione critica complessiva delle procedure e delle circostanze di questo caso doloroso, affinché fatti del genere non si ripetano nel futuro”.

5. Com’è possibile che McCarrick sia stato promosso fino a occupare le funzioni più elevate? Le informazioni di cui si disponeva in quel momento non erano sufficienti.

Nel 2000 Papa Giovanni Paolo II ha nominato McCarrick arcivescovo a Washington, e l’anno successivo lo ha creato cardinale. Ouellet spiega che le informazioni a disposizione in quel momento non erano sufficienti. Forse per questo Papa Francesco, nella comunicazione del 6 ottobre, afferma che negli archivi su McCarrick si potrebbero scoprire elementi che non corrispondono alle nuove misure attuali per prevenire queste situazioni, ma che andrà avanti per amor di trasparenza.

Ouellet afferma dal canto suo: “Io stesso ne sono assai stupito e riconosco dei difetti nel procedimento di selezione che è stato condotto nel suo caso. Ma senza entrare qui nei dettagli, si deve comprendere che le decisioni prese dal Sommo Pontefice poggiano sulle informazioni di cui si dispone in quel preciso momento e che costituiscono l’oggetto di un giudizio prudenziale che non è infallibile. Mi sembra ingiusto concludere che le persone incaricate del discernimento previo siano corrotte anche se, nel caso concreto, alcuni indizi forniti da testimonianze avrebbero dovuto essere ulteriormente esaminati. Il prelato in causa ha saputo difendersi con grande abilità dai dubbi sollevati a suo riguardo.

D’altra parte, il fatto che vi possano essere in Vaticano persone che praticano e sostengono comportamenti contrari ai valori del Vangelo in materia di sessualità, non ci autorizza a generalizzare e a dichiarare indegno e complice questo o quello e persino lo stesso Santo Padre. Non occorre innanzitutto che i ministri della verità si guardino dalla calunnia e dalla diffamazione?”

6. Perché il cardinale Ouellet, con l’autorizzazione del Papa, risponde a Viganò? Perché è stato chiamato in causa da Viganò come responsabile dei vescovi nel mondo.

Il cardinale Ouellet è stato chiamato in causa da Viganò come presule informato dei retroscena di questo caso e della vita corrotta dell’ex cardinale McCarrick nell’ultima lettera incendiaria dell’ex Nunzio del 28 settembre 2018: “Né il papa, né alcuno dei cardinali a Roma hanno negato i fatti che io ho affermato nella mia testimonianza. Il detto ‘Qui tacet consentit‘ si applica sicuramente in questo caso, perché se volessero negare la mia testimonianza, non hanno che farlo, e fornire i documenti in supporto della loro negazione”, ha affermato.

In questa seconda lettera contro Francesco, Viganò ha sfidato il Vaticano a dire ciò che sapeva sullo scandalo. Di fatto, sabato 6 ottobre c’è stata una risposta ufficiale da parte di Papa Francesco attraverso la Sala Stampa della Santa Sede in cui dà piena disponibilità a un’indagine approfondita e promette risultati al riguardo.

7. Francesco è impegnato o meno contro gli abusi e il clericalismo? Nessuno può negarlo. È il Papa che ha fatto di più al riguardo, segue il Vangelo e si pone in una linea di continuità con Benedetto XVI.

Ciò che è certo è che gli analisti internazionali ritengono che Francesco stia riuscendo in quello in cui altri Pontefici hanno fallito, ovvero affrontare la crisi più seria per il cattolicesimo probabilmente dalla Riforma protestante. Porta avanti l’opera iniziata da Papa Benedetto XVI, che ha effettuato dei cambiamenti e ha lasciato una piattaforma antiabuso. Papa Bergoglio riuscirà a trasformare la crisi degli abusi in un’opportunità per ‘ricostruire la Casa del Signore’, come nella visione mistica di San Francesco d’Assisi, santo che ha tanto ispirato questo pontificato?




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Sull’integrità del Papa, il cardinale Ouellet non ha dubbi: “Se il Papa non fosse un uomo di preghiera, se fosse attaccato al denaro, se favorisse i ricchi a danno dei poveri, se non dimostrasse un’infaticabile energia per accogliere tutti i miseri e donare loro il generoso conforto della sua parola e dei suoi gesti, se non moltiplicasse tutti i mezzi possibili per annunciare e comunicare la gioia del Vangelo a tutti e a tutte nella Chiesa e al di là delle sue frontiere visibili, se non tendesse la mano alle famiglie, ai vecchi abbandonati, ai malati nell’anima e nel corpo e soprattutto ai giovani in cerca di felicità, si potrebbe forse preferirgli qualcun altro, secondo te, con atteggiamenti diplomatici o politici diversi, ma io che ho potuto conoscerlo bene, non posso mettere in questione la sua integrità personale, la sua consacrazione alla missione e soprattutto il carisma e la pace che lo abitano per la grazia di Dio e il potere del Risorto”.

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