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Beatificata la più giovane martire della purezza durante il comunismo

Beata Verônica Antal

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Aleteia - pubblicato il 28/09/18

Vittima di codardie brutali, Veronica Antal sacrificò la propria vita per mantenersi fedele a Cristo

È stata beatificata sabato 22 settembre nella chiesa dell’Assunzione di Nisiporesti, in Romania, la giovane Veronica Antal, martire della purezza in un contesto di grandi sofferenze e persecuzioni contro i cristiani della sua terra.

Sotto il giogo del comunismo

All’epoca, i cittadini venivano arrestati non solo se si opponevano al regime comunista in vigore in Romania, ma anche se testimoniavano la loro fede in Gesù Cristo. La convinzione religiosa, del resto, era considerata dai persecutori comunisti la “colpa maggiore” da punire.

La vita della comunità cattolica rumena è stata messa duramente alla prova dalla dottrina leninista-marxista, che escludeva Dio e i valori cristiani dalla vita delle persone.

L’ispirazione profetica di un’altra santa martire della purezza

La beata Veronica stava leggendo la biografia di Santa Maria Goretti, la martire della castità, senza sapere che nell’arco di pochi giorni avrebbe fatto la stessa fine, venendo uccisa da un uomo che voleva stuprarla.

Commentando la lettura, Veronica aveva detto in confidenza a un’amica che se fosse stato necessario si sarebbe comportata anch lei come Santa Maria Goretti.

Su un foglio scrisse “Io sono di Gesù e Gesù è mio”.

Per rimanere fedele a Gesù, Veronica preferì la morte.

Il tesoro della famiglia

La giovane era figlia di agricoltori di Nisiporesti, nel nord della Romania, e fu molto influenzata dalla nonna, che le insegnò a pregare e ad assistere alla Santa Messa – non solo la domenica, ma tutti i giorni, anche se per arrivare in chiesa doveva percorrere 8 chilometri a piedi.

La nonna le insegnò anche a cucire, e così Veronica poteva realizzare abiti tipici del suo Paese.

Era una ragazzina allegra che seguiva regolarmente le lezioni, anche se doveva dare una mano alla famiglia nei faticosi lavori agricoli.

Insieme all’Eucaristia, anche il Rosario faceva parte della vita familiare.

La consacrazione a Gesù

Fu in questo contesto di umiltà, lavoro, famiglia e fede che a 16 anni Veronica sentì la chiamata di Gesù e il desiderio di entrare in convento.

Il Governo comunista aveva però soppresso gli ordini religiosi in tutta la Romania. Per questo, Veronica dovette vivere la clausura in casa, riservando una stanza per raccogliersi in preghiera e diventando una fedele seguace del Terz’Ordine francescano e della Milizia dell’Immacolata. In forma privata emise il voto di castità.

La ragazza divenne nota per la sua carità nei confronti di poveri, malati, anziani e madri in difficoltà, oltre a impartire la catechesi in parrocchia. Il suo motto era “Questa è la volontà di Dio: la sua santificazione”.

Il martirio

Era la sera del 23 agosto 1958. Per via dei preparativi per la Cresima di alcuni giovani il giorno seguente, Veronica rimase in chiesa più del solito.

Le ragazze che uscirono prima di lei raccontarono che quel giorno era inquieta e pallida, come se sentisse cosa le stava per accadere.

Il martirio si consumò nel tragitto di 8 chilometri di campi deserti che separavano la chiesa dalla sua abitazione. Lì si trovò di fronte a Pavel, un ragazzo che iniziò ad assediarla facendole proposte indegne. L’assedio non tardò a trasformarsi in violenza assassina: di fronte al rifiuto di Veronica, Pavel la lasciò in un lago di sangue in un campo di grano dopo averle sferrato 42 coltellate.

Il suo corpo, inviolato, venne trovato la mattina dopo. Tra le mani Veronica stringeva ancora la corona del rosario.

“Ha vissuto da santa ed è morta da santa”

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La fama di santità della ragazza promosse le visite sul luogo del suo martirio come se fosse un santuario.

Veronica, la martire rumena della castità sotto il giogo del comunismo, si unisce ora alla lista di santi che hanno difeso la purezza con il sacrificio della propria vita:

Santa Maria Goretti in Italia

Beata Albertina Berkenbrock in Brasile;

Beata Anna Kolesárová in Slovacchia;

Beata Teresa Bracco sempre in Italia, che resistette al tentativo di stupro da parte di un soldato nazista;

Beata Carolina Kózka in Polonia, che resistette alla violenza sessuale di un soldato delle truppe russe che occupavano il Paese durante la I Guerra Mondiale.

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