Ci sono lacrime e lacrime
Alcuni studi, riportati nell’articolo, hanno evidenziato che le lacrime emotive sono chimicamente diverse da quelle che si versano quando ad esempio si tagliano le cipolle.

Quelle emotive infatti hanno un maggior contenuto di proteine che le rende più viscose ed aderenti alla pelle, scendendo sulla faccia più lentamente e rendendosi così meglio visibili allo sguardo altrui. Le lacrime evidenziano anche agli altri che siamo vulnerabili, e la vulnerabilità è fondamentale per promuovere la connessione umana. Essere capaci di pianto emotivo, afferma l’articolo di State of mind, ed in grado di rispondere ad esso, rappresenta una dotazione estremamente rilevante per l’essere umano.

L’identikit di chi non piange mai
Ma se le lacrime sono così importanti per stabilire legami con gli altri, le persone che non piangono mai o quasi sono meno connesse socialmente? I primi studi al riguardo, condotti in Germania dallo psicologo Cord Benecke hanno evidenziato come i soggetti con “gli occhi asciutti” hanno la tendenza ad isolarsi e sperimentano più sentimenti aggressivi negativi come collera, rancore e disgusto rispetto a quelli capaci di piangere. Il campione di no-crying più numeroso raccolto da Trimble servirà a confermare queste prime osservazioni.
Il pianto è liberatorio?
L’articolo fa cenno al fatto che sono state effettuate anche ricerche sul supposto effetto di sollievo attivato dal pianto emotivo, sottoponendo un certo numero di volontari alla visione di un filmato molto triste. Si è rilevato come nel breve periodo non ci si senta bene dopo il pianto, ma già dopo un’ora e mezza i soggetti evidenziavano uno stato d’animo migliore rispetto a quello che avevano prima della proiezione.
Le lacrime di coccodrillo
E le cosiddette lacrime di “coccodrillo”? Si impara presto quale potente effetto il pianto ha sulle persone, e quindi quanto esse siano manipolabili con questo strumento sempre a portata di mano, anzi di occhio. Lacrime conciliatorie sono versate molto frequentemente nelle liti fra innamorati per neutralizzare la rabbia di chi è alterato, e quando uno dei due si sente in colpa e cerca il perdono dell’altro.