Lo attesterebbero antiche guarigioni miracolose, conversioni, pentimenti avvenuti in punto di morte
Le persone gravemente ammalate, ed in particolare quelle morenti, vengono spesso affidate a San Michele Arcangelo.
Don Marcello Stanzione in “Novena a San Michele – Principe degli Angeli e protettore della Chiesa” (Editrice Ancilla) ci spiega il motivo di questa particolare devozione nei confronti del Principe degli Angeli.
Le origini: le chiese orientali
Nelle prime chiese orientali gli fu attribuita in particolare modo la funzione di guaritore, associata alla sua generale sollecitudine per il benessere delle persone affidate alla sua protezione.
La tradizione riferisce che nei primi anni, San Michele creò una sorgente medicinale che nasceva a Chairotopa vicino a Colossi, nella Frigia (attuale Turchia), e tutti i malati che furono bagnati lì, invocando la Beata Trinità e San Michele, furono guariti.
I Pagani avevano deviato il corso di un ruscello contro il Santuario di San Michele per distruggerlo, ma l’Arcangelo fendette la roccia con un lampo per dare un nuovo letto al ruscello e santificò per sempre le acque che uscivano da quella gola.
A Costantinopoli, inoltre, San Michele fu il grande medico celeste. I cristiani d’Egitto affidarono il fiume che dava loro sostentamento, il Nilo, alla protezione di San Michele.
Molti altri esempi di natura miracolosa illustrano il suo potere di curare i malati, potere che condivide con San Raffaele, “il medico di Dio”.
Sebbene “comandante militare” della Chiesa di Dio, scrive Stanzione, San Michele si interessa profondamente a tutti i grandi avvenimenti pubblici del suo popolo, e particolarmente alle calamità, senza trascurare le richieste personali di aiuto in qualunque circostanza.