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Quella donna ubriaca che non ricordava più il suo nome, ma chiamava i nostri

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Missionarie di San Carlo - pubblicato il 25/09/18

Incontrare lo sguardo di Cristo significa avere degli occhi a cui aggrapparsi anche quando tutto di sé è perduto

Don Giussani ci ha insegnato che la carità è dono di sé commosso all’altro. È questo che sto imparando di nuovo partecipando al gesto della Caritas, attiva nel nostro quartiere della Magliana. Distribuendo pacchi alimentari a famiglie che hanno necessità temporanee o permanenti, insieme a don Nicolò siamo venuti a contatto con molte situazioni di disagio e di bisogno, scoprendo che spesso la situazione finanziaria non è il solo problema, ma che si accompagna a problemi di disoccupazione, di salute, a separazioni familiari o a violenze subite. Insieme ai pacchi, portiamo il desiderio di condurre tutto davanti a Cristo, perché Lui possa essere per l’altro l’avvenimento che cambia la sua vita. E questo passa attraverso me, don Nicolò e ognuno degli altri volontari. Noi siamo il volto di Cristo per l’altro.


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Ho visto accadere questo, per esempio, in una delle donne a cui consegniamo ogni mese il pacco alimentare. Arriva sempre all’appuntamento ubriaca: l’unica cosa che posso fare per lei è abbracciarla. Un giorno ha subito un incidente stradale: io l’ho saputo solo quando hanno telefonato a casa nostra chiedendo di suor Ester e di don Gerry. Aveva perso conoscenza e, una volta che si era risvegliata, non ricordava più nemmeno il suo nome.

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Ripeteva i nostri: Ester, Gerry. Attraverso di noi, lo sguardo di Cristo entra nel cuore delle persone. Non sappiamo dove arriva ma può penetrare fino al punto in cui uno, anche quando non ricorda più niente di sé, ha presente però questo sguardo.




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L’incontro con persone così, con i loro dolori e i loro drammi, fa nascere nel cuore un grido e delle domande che in noi diventano preghiera. Ed è come se questo grido avesse due direzioni: la preghiera verso Dio e il suggerimento tenero all’uomo perché possa nuovamente porsi di fronte a Lui. Le strade della nostra parrocchia diventano così una chiesa a cielo aperto. Quando siamo in giro per altre commissioni, la casa del tale che sappiamo essere solo o sofferente, il domicilio del tal altro, che accompagniamo con lo sguardo e con il cuore mentre ritira i bambini da scuola, diventano parte del nostro dialogo con il Signore.

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