separateurCreated with Sketch.

Dio mi ascolta davvero?

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Aleteia - pubblicato il 20/09/18
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Bisogna pregare con fede, ma anche sperare con fiduciaTutti noi ci aspettiamo qualcosa da Dio. Digiuniamo, preghiamo, facciamo promesse e cambiamo perfino il nostro comportamento. Il nostro obiettivo è far emozionare e commuovere talmente Dio che a un certo punto ci benedica. Siamo talmente buoni che ce lo meritiamo!

Il nostro grande errore è credere che Dio ci darà ciò che gli chiediamo solo perché abbiamo preso 10 in tutto. Sarebbe molto facile se Dio fosse una grande cassa e andassimo da Lui per riscuotere il nostro credito.

Ciò che Egli si aspetta da noi è un rapporto. Un passo della Bibbia racconta la storia di un gruppo che seguiva Gesù. Erano tutti così preoccupati di ottenere qualcosa da lui che non notarono un cieco che gridava chiedendo del Maestro.

Il rumore fatto da quell’uomo divenne tale che da ignorato dalla folla passò ad esserne rimproverato. Poi provarono a farlo tacere. Gesù era solo loro. Chiedevano da più tempo. Che un cieco arrivasse e saltasse la fila era troppo insolente.

Gesù ha sentito il grido dell’uomo cieco e ha percepito l’opportunità di insegnare alla folla qualcosa su chi Egli è realmente. Ha ordinato che portassero il cieco da Lui e ha esaudito la richiesta dell’uomo. Il cieco ha riacquistato la vista.

Nell’arco di pochi minuti, Gesù ha dato una lezione preziosa: non serve a niente cercarlo solo per il proprio interesse. La folla era accanto a Gesù, ma non agiva come lui. Non aveva lo sguardo sensibile nei confronti del prossimo.

Al Mestro importa di noi, abbastanza da ascoltare le nostre richieste e le nostre preghiere e rispondervi a suo tempo. Ma finché la risposta non arriva, desidera che camminiamo con Lui, crescendo ogni giorno un po’ di più e portando altri a Lui, mano nella mano con noi.

Forse in qualche momento metteremo in discussione Dio sul motivo per il quale ha risposto prima alla richiesta di qualcuno “appena arrivato” e non alla nostra, come nel caso della folla (che certamente aveva le proprie necessità) e del cieco.

Ma serve fede. Egli sa qual è il momento migliore, conosce il progetto! Il nostro ruolo in tutto questo è cercarlo in modo autentico e approfittare di ogni istante al suo fianco, senza preoccuparci di quando riceveremo ciò che vogliamo. Egli si sta prendendo cura di noi, e questo è sufficiente.

(La storia del cieco Bartimeo si trova nel Vangelo di Marco 10, 46-52)