Il Vaticano invita a riflettere sui benefici del cosiddetto nucleare "civile" o "pacifico". Ma bandisce nettamente le armi
La Santa Sede sostiene le iniziative dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) nella «prevenzione della proliferazione nucleare» e nella «promozione del disarmo nucleare», nel cercare di salvaguardare la salute delle persone, l’ambiente e sollevare i popoli dalla povertà.
È quanto ha detto monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, durante la 62ma Conferenza internazionale dell’Aieia, in svolgimento nella capitale austriaca.
L’ombra delle radiazioni
Il Vaticano, come molti Paesi nel mondo, vuole «il bando totale dei test nucleari». Questi, ha detto Gallagher, «comportano il sostanziale e incontrollato rilascio di materiali radioattivi direttamente nell’ambiente. Hanno generato la dose cumulativa più grande di radiazioni prodotte dall’uomo finora rilasciate sulle popolazioni e l’ambiente globale».
«Per questo – ha precisato – sosteniamo che le armi nucleari sono armi di distruzione di massa e ambientale» (Asianews, 17 settembre).
Leggi anche:
Papa Francesco teme un olocausto nucleare?
Gallagher ha ricalcato il messaggio fuoriuscito dal summit nell’Aula Paolo VI in Vaticano sulle “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”, organizzato nei mesi scorsi dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, al quale hanno partecipato diversi Premi Nobel e leader mondiali (Avvenire, 10 novembre 2017).

Contro l’uso delle armi
La posizione della Chiesa sul nucleare emerge inoltre con chiarezza nel volume “Energia, Giustizia e Pace” (Libreria Editrice Vaticana) pubblicato nel 2015 dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
La premessa non ammette repliche: la ripetuta condanna da parte della Santa Sede dello sviluppo di armi nucleari, della loro proliferazione, del loro uso e delle possibili conseguenze di tale uso è ben nota e non è oggetto di discussione, né di possibili false interpretazioni. La Chiesa, si legge, sostiene il disarmo nucleare e il completo dirottamento del materiale e del finanziamento militare dagli scopi militari alle attività pacifiche.
“Si” al nucleare civile
Detto questo, la Santa Sede valuta con attenzione la questione del cosiddetto nucleare “civile” o “pacifico”. E’ necessario approcciarsi ad esso senza pregiudizi o schemi ideologici, tenendo sempre come punto di riferimento alle discussioni la persona umana e il suo sviluppo integrale. Altro aspetto centrale del “nucleare civile” è quello della sicurezza, che va continuamente ricercata e migliorata a vari livelli (adozioni ovunque di norme di sicurezza stringenti e formazioni del personale tecnico, verifiche agli impianti).
Leggi anche:
Nucleare, Santa Sede: il dialogo multilaterale rafforza la sicurezza
La sicurezza dei reattori
A fronte di tale esigenza di valutazione e di sicurezza, assume anche rilievo la questione della ricerca che potrebbe portare ad ulteriori sviluppi positivi per il nucleare “civile”, come ad esempio, l’evoluzione verso reattori più sicuri ed efficaci.

Distinguere tecnologia da energia
Parlando di nucleare “civile”, è bene tenere a mente, ogni qual volta sia possibile e pertinente, le differenze tra tecnologia nucleare ed energia nucleare.