Come si dice: nella buona e, soprattutto, nella cattiva sorte. Anche una discesa può diventare un’impresa… ironica, meravigliosa
Una cosa morta va con la corrente, ma solo una cosa viva può andare controcorrente.
G. K. Chesterton
Ho guardato il video più e più volte: lei e lui imboccano le scale mobili in direzione sbagliata, vorrebbero scendere ma il congegno sale. Ci restano sopra senza capire.
Lei davanti e lui dietro in fila indiana, anziani ma bellissimi. In una coppia rodata l’uomo sa che la donna sta davanti e se ha deciso di fare una cosa, meglio assecondarla. Ci provano a scendere, fanno tantissimi passi, ma restano sempre allo stesso punto.
Non si scompongono e sono pacifici come la gioia vera. Attorno un mondo frenetico che corre e non bada loro. Nessuno si premura di suggerire alla coppia di cambiare percorso, gente indaffarata e indifferente. Ma in fondo che importa?
Siamo sicuri che la vera destinazione non sia quella di lei e di lui? Ostinatamente in direzione contraria. In una quotidianità che ci rintrona le orecchie con l’idolo dell’efficienza, della frenesia, del fare mille cose, ecco un messaggio di speranza: anche stare fermi lì dove si è, essere insieme a fare piccoli errori, non capirci niente del main stream, è concime buono della vita.
Questa lei e questo lui sono come i salmoni della grande metropoli, messaggeri di un ignaro coraggio ironico: cosa conta davvero? quanto tempo dedichiamo all’inutile (… cioè a ricordarci che “esserci” è un valore di per sé, più di “fare”-“arrivare”-“ottenere”)?
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