Gli studi medici confermano l’effetto analgesico dell’abbraccio e a Torino la morte di una giovane mamma si è trasformata in un dono d’amore per i prematuri in terapia intensiva
Carezza ha la stessa origine di carità, nascono dentro l’alveo del fiume dell’amore. Ma anche caro, nel senso di costoso e dunque prezioso, appartiene alla stessa area di senso. Molto più semplicemente, sappiamo bene il valore dell’accudimento corporeo: un abbraccio è una medicina per l’anima.
Quando si parla di neonati, l’importanza del contatto skin to skin si amplifica: la percezione fisica dell’amore è un’esperienza di crescita, cura, entusiasmo, conoscenza. Ringrazio le mie gravidanze per avermi tuffato nel mondo della comunicazione non verbale, pelle a pelle: sono sempre stata poco incline ai “baci e abbracci”, e mi si è aperto un mondo di vulnerabilità e forza nell’imparare a costruire un rapporto vivo coi miei figli grazie alle mille forme espressive del tatto. Ho anche imparato a conoscere meglio me stessa, le chiacchere notturne fatte di carezze e cullamenti vari, hanno dischiuso parti del mio essere che erano in letargo.
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Parti vulnerabili di me, innanzitutto, ma bellissime: ho fatto i conti con un amore fortissimo e viscerale, che si manifesta in una più intensa paura che l’altro sia ferito o perso. Parti forti di me, anche: ho fatto esperienza di una cura che passa dal corpo, stare abbracciata a un bambino sereno che dorme mi ha tolto dalla testa mille piccole paranoie, più di quanto potessero fare mille parole.
La conferma degli studi: le coccole curano il dolore
Non stupisce che gli studi dei ricercatori confermino che il valore delle coccole sia altissimo per il neonato, al punto da lenire in modo sensibile la percezione del dolore. E’ il frutto di uno studio italiano che ha avuto come teatro di osservazione l’ IRCCS Burlo Garofolo di Trieste: il dottor Sergio Demarini ha guidato un’equipe medica nel valutare gli effetti di diverse strategie di consolazione sui neonati.
(…) hanno sottoposto 80 bambini sani appena nati a un esame del sangue tramite puntura del tallone. Prima di farlo li hanno però divisi in quattro gruppi assegnando a ogni gruppo un diverso tipo di sollievo dal dolore: acqua zuccherata mentre erano su un fasciatoio; latte materno in biberon mentre erano su un fasciatoio; acqua zuccherata mentre erano tenuti in braccio dalle loro madri; latte materno direttamente dal seno. (da Repubblica)
Uno strumento non invasivo ha monitorato la percezione del dolore nel cervello dei bimbi e i risultati dicono che l’abbraccio materno ha un potere analgesico molto più spiccato dell’acqua zuccherata e del latte.
E’ il riscontro ulteriore di un dato già noto in medicina e non stupisce neppure noi; il nostro senso comune lo intuiva già, eppure è sempre fonte di stupore vedere le sembianze corporee del bene … poter avere una traduzione fisica dell’empatia. E quello che vale per il neonato non dovremmo scordarcelo da adulti. A proposito dell’accudimento di chi prova dolore scrive la dottoressa Alessandra Graziottin:
Una mamma affettuosa, quando il bambino cade e piange, lo abbraccia e lo coccola, perché questo lo rassicura e aiuta a ridurre il dolore. Dovremmo continuare a ricordarci di quanto ci hanno confortato, da piccoli, una abbraccio tenero e una carezza. Di fronte al dolore, ad ogni età, siamo soli e impauriti come bambini. La sensazione di essere soli aumenta enormemente la percezione del dolore. Ricordiamoci allora del grande potere analgesico di un gesto affettuoso che possiamo regalare, tutte le volte in cui il dolore irrompe nella vita di una persona cara. Ricordiamocene in ospedale. Un gesto tenero non costa nulla, ma ha un immenso potere. (qui)
Irene Settanta, la storia commovente di un abbraccio che dura
Alla luce di quanto detto è bello segnale che all’ospedale Maria Vittoria di Torino la “cura delle coccole” sia diventata un protocollo medico per i bimbi nati prematuri e ricoverati in Terapia intensiva. Il tutto è possibile grazie a una tragedia fiorita in generosità, e nella forma precisa di un’associazione chiamata Le coccole di mamma Irene.
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Nell’ottobre 2017 Irene Settanta fu colpita da aneurisma cerebrale all’ottavo mese di gravidanza, morì ma i medici riuscirono a salvare la sua bimba Emma Maria. L’amore grande con cui Irene aveva custodito nel suo grembo la sua piccola non poteva andare perduto e così la sorella e il marito hanno dato vita a un’associazione che rendesse vivo l’abbraccio per i più piccoli:
Nella sofferenza della perdita di Irene abbiamo provato tutti insieme a trasformare il nostro dolore in energia per incanalarla verso qualcosa di costruttivo: Le Coccole di Mamma Irene vuole essere un aiuto concreto per bambini ospedalizzati i cui genitori e familiari non possano, per varie ragioni, prendersene cura. (da Le coccole di mamma Irene)
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Dalla pagina Facebook dell’associazione impariamo che partirà un corso gratuito per diventare “donatori di coccole”, cioè per fare volontariato nel reparto di Terapia intensiva. Per tutti quelli che abitano in zona Torino informiamo che il corso comincerà il 6 ottobre. Per tutti noi che siamo sparpagliati nel resto d’Italia ci si può rimboccare le maniche affinché si diffonda a macchia d’olio in altri ospedali questa idea di disarmante semplicità e profonda condivisione.