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I cristiani non “praticano” una religione ma amano Qualcuno

PASSION

20th Century Fox

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 07/09/18

Lo Sposo è la nostra fede. Prima che un sistema di credenze e pratiche il cristianesimo è il rapporto con la presenza viva di Cristo. Sia che mangiamo sia che digiuniamo lo facciamo per Lui

In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!».
Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?
Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono! (Luca 5,33-39)

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!»”. Effettivamente dopo duemila anni diciamo che come cristiani non abbiamo perso la buona abitudine di avere come fama una buona dose di fame. Infatti la maggior parte delle nostre attività pastorali, religiose, liturgiche, processionali, finiscono sempre a tavola. Non di rado ciò che dovrebbero essere delle belle feste religiose diventano sagre di questo o di quest’altro prodotto locale. In sé la cosa non è malvagia, anzi dice di un tentativo di vivere insieme, in convivialità, ma dobbiamo stare attenti a non trasformare la nostra fede in una sagra di paese. Chiuso questo inciso, lasciamo la parola a Gesù, che spiega che il digiuno non è una religione, come non deve diventarlo nemmeno il cibo, ma ciò che caratterizza la religione è “lo Sposo”, e il suo rapporto con lui. Quando nella fede perdiamo di vista Gesù allora tutto diventa o una pratica penitenziale fine a sé stessa, o una sagra di paese che celebra solo le nostre pance. La nostra fede ha ancora Cristo al centro?

Le nostre comunità sono costruite attorno alla Sua persona? Le nostre scelte religiose tengono conto della Sua Presenza o della Sua assenza? Rispondendo a queste domande risponderemo ai farisei, e a noi stessi (farisei latenti). E proprio a partire da questo avverrà in noi una sorta di rivoluzione, una conversione. Smetteremo di credere più alle idee e ai sistemi, e ci accorgeremo che il cristianesimo non è un’idea o un sistema rassicurante ma bensì Qualcuno. Ed è sempre in rapporto a questo Qualcuno che noi ci muoviamo, esistiamo, scegliamo. Inizialmente ci sentiremo poco rassicurati da questo, ma con il tempo ci accorgeremo che la fede non serve a rassicurarci ma a darci una vita nuova. È troppo poco credere come viatico psicologico alle nostre paure. Ci salva incontrare Cristo e non tenere a bada la nostra insicurezza attraverso delle pratiche spogliate di Lui. (Lc 5,33-39)

#dalvangelodelgiorno

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