Commentando il Vangelo odierno, rimarca che la voglia di “scandalo” e “divisione” può essere contrastata solo con il silenzio e la preghiera. “Il Signore – rimarca – ci dia la grazia di discernere quando dobbiamo parlare e quando dobbiamo tacere”
di Barbara Castelli – Città del Vaticano
“La verità è mite, la verità è silenziosa”, “con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione”, l’unica strada da percorrere è quella del “silenzio” e della “preghiera”. Lo sottolinea Papa Francesco, riprendendo la celebrazione della Messa nella cappella della Casa Santa Marta. Il Pontefice parte dall’odierno Vangelo di Luca (Lc 4, 16-30), in cui Gesù, tornato a Nazareth, viene accolto con sospetto. La Parola del Signore cristallizzata in questa narrazione permette, dunque, di “riflettere sul modo di agire nella vita quotidiana, quando ci sono dei malintesi” e di comprendere “come il padre della menzogna, l’accusatore, il diavolo, agisce per distruggere l’unità di una famiglia, di un popolo”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa).
Il silenzio di Gesù davanti alla menzogna
Giunto nella sinagoga, Gesù è accolto da una grande curiosità: tutti vogliono vedere con i propri occhi le grandi opere di cui è stato capace in altre terre. Ma il Figlio del Padre Celeste usa solo “la Parola di Dio”, un’abitudine che adotta anche quando “vuol vincere il Diavolo”. Ed è proprio questo atteggiamento di umiltà che lascia spazio alla prima “parola-ponte”, chiarisce Papa Bergoglio, una parola che semina il “dubbio”, che porta a un cambio di atmosfera, “dalla pace alla guerra”, “dallo stupore allo sdegno”. Con il “suo silenzio” Gesù vince i “cani selvaggi”, vince “il diavolo” che “aveva seminato la menzogna nel cuore”.
“Non erano persone, erano una muta di cani selvaggi che lo cacciarono fuori dalla città. Non ragionavano, gridavano. Gesù taceva. Lo portarono sul ciglio del monte per buttarlo giù. Questo passo del Vangelo finisce così: ‘Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino’. La dignità di Gesù: con il suo silenzio vince quella muta selvaggia e se ne va. Perché non era arrivata ancora l’ora. Lo stesso accadrà Venerdì Santo: la gente che Domenica delle Palme aveva fatto festa per Gesù e gli aveva detto ‘Benedetto Tu, Figlio di Davide’, diceva ‘crucifige’: avevano cambiato. Il diavolo aveva seminato la menzogna nel cuore, e Gesù faceva silenzio”.
La verità è mite
“Questo – afferma il Papa – ci insegna che quando c’è questo modo di agire, di non vedere la verità, resta il silenzio”.
“Il silenzio che vince, ma tramite la Croce. Il silenzio di Gesù. Ma quante volte nelle famiglie incominciano delle discussioni sulla politica, sullo sport, sui soldi e una volta e l’altra e quelle famiglie finiscono distrutte, in queste discussioni nelle quali si vede che il diavolo è lì che vuol distruggere … Silenzio. Dire la sua e poi tacere. Perché la verità è mite, la verità è silenziosa, la verità non è rumorosa. Non è facile, quello che ha fatto Gesù; ma c’è la dignità del cristiano che è ancorata nella forza di Dio. Con le persone che non hanno buona volontà, con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione, che cercano soltanto la distruzione, anche nelle famiglie: silenzio. E preghiera”.
Un tempo per parlare e un tempo per tacere
Papa Francesco conclude con questa preghiera:
“Il Signore ci dia la grazia di discernere quando dobbiamo parlare e quando dobbiamo tacere. E questo in tutta la vita: nel lavoro, a casa, nella società … in tutta la vita. Così saremo più imitatori di Gesù”.
Qui l’articolo pubblicato su Vatican News