Per lui i genitori immaginavano un futuro da medico o ingegnere. Ecco come reagirono alla notizia dell'ingresso in seminario
Un figlio modello, che amava leggere e che i genitori speravano potesse diventare un medico o un ingegnere. Quando invece Carlo Maria confessò di voler entrare in seminario, per la famiglia fu un fulmine a ciel sereno.
Maris Martini Facchini in “L’infanzia di un cardinale” (Ancora Editrice), sorella minore del cardinale Carlo Maria Martini, ne racconta l’infanzia e la giovinezza. Tante curiosità che mai si sarebbero immaginate su un teologo dall’apparenza seriosa e rigida.

I gesuiti
Maris con lucidità quando il fratello disse ai genitori che il suo futuro sarebbe stato con i gesuiti:
«Avevo nove anni quando (Carlo) comunicò in famiglia la sua decisione a diventare gesuita. Carlo aveva appena terminato il liceo: due anni passati a Gozzano, nel collegio dei Gesuiti, e poi la maturità, nel luglio 1944, come privatista al D’Azeglio di Torino. Nella casa di Orbassano si ritirava in fondo al viale di tigli, sotto una grande quercia, portandosi una sedia ed un tavolo di vimini e una mole incredibile di libri. Quando giocavo con le mie amichette in giardino la mamma mi raccomandava di non fare rumore “perché Carlo deve studiare”».
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La reazione di sua madre
Fu in quel mese di luglio che Carlo annunciò a suo padre della sua vocazione e dell’intenzione di entrare, sul finire dell’estate, in seminario dai Gesuiti. La mamma, invece, sapeva già da tempo di questa decisione. «Oggi – prosegue Maris – mi rendo conto di come a volte la sentissi distante, deve essere stata dura per lei l’idea del distacco (malgrado Carlo non andasse lontano) ed il pensiero di non averlo vicino in quegli anni di guerra».

Lo “choc” del padre
Tornando a suo padre, ecco la reazione alla notizia dell’ingresso in seminario: