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8 mistiche dei giorni nostri che hanno avuto una visione degli angeli

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Eric Kilby | CC BY-SA 2.0

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 31/08/18

Sono episodi accaduti dal 1900 in poi. Protagoniste laiche e religiose che hanno interagito con gli spiriti celesti Tra cui Natuzza, Teresa Neumann e Madre Teresa di Calcutta

Donne, sante, beate, mistiche in odore di santità, che durante la loro vita hanno incontrato gli angeli. Le loro testimonianze sono state raccolte da Marcello Stanzione e Myriam Castelli in “Angeli e Mistiche” (Sugarco edizioni).

Noi abbiamo selezionato le testimonianze che ci riguardano più da vicine: quello di mistiche dei nostri giorni ad evidenziare che il contatto con gli angeli può avvenire in qualsiasi istante.

1) Santa Bernarda Butler

BERNARDA BUTLER
Public domain

Santa Bernarda Butler, svizzera, nei momenti critici, si è rivolta con fiducia alla Vergine Maria, come agli angeli. Madre Bernarda trattava con familiarità gli spiriti beati, in particolare il suo angelo custode, e i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Le sue relazioni con l’arcangelo san Michele, rivestivano un carattere speciale.

Durante gli esercizi del 1922, il «grande santo angelo», come lei lo chiama, gli appare per la prima volta e si offre per servirle da guida e protettore. A partire da allora, Madre Bernarda viene incitata da San Michele a compiere ogni tipo di opera buona, e la incoraggia a moltiplicare le preghiere di supplica.

La religiosa chiamerà gli ultimi due anni della sua vita (morirà il 19 maggio 1924) in cui Michele si manifesta continuamente, «una vera prigione, ma una prigione che non causa nessuna angoscia, una prigione che procura la gioia e la pace del cuore».




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2) Santa Gemma Galgani

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L’angelo di Santa Gemma Galgani era a volte severo, altre armonioso.

Quando era necessario, poteva essere molto duro. In una delle lettere al suo padre spirituale, datata 1900, Gemma scrive: «Il mio angelo è un po’ severo, ma io sono grata di ciò. Negli ultimi giorni egli ha discusso con me per i miei errori tre o quattro volte al giorno».

Una volta la santa riportò: «Mentre stavo mangiando, ieri, alzai gli occhi e vidi il mio angelo custode che mi guardava con un’espressione talmente severa da spaventarmi. Non disse nulla. Più tardi, quando andai a letto, o mio Dio!, egli mi ordinò di guardarlo in faccia, io lo guardai, ma subito abbassai gli occhi. Egli tuttavia insistette e disse: “Non ti vergogni di commettere mancanze in mia presenza?”. Mi rivolse uno sguardo severo… Non potevo fare nient’altro se non gridare».

Di solito le relazioni tra Gemma e il suo angelo erano più cordiali ed armoniose. Il suo padre spirituale ricorda che quando la religiosa alzava gli occhi e vedeva l’angelo, oppure lo ascoltava, immediatamente si “allontanava” dal mondo e assumeva la stessa attitudine e condizione psicosomatica dello stato di estasi.




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3) Santa Teresa Benedetta della Croce

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Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) (1891-1942). 9 agosto.Filosofa e teologa tedesca di origine giudaica divenuta religiosa carmelitana, deportata e condannata a morte ad Auschwitz. «Il nostro amore per l'umanità è la misura del nostro amore per Dio… per il cristiano non esiste lo straniero. Colui che sta davanti a noi – ecco il prossimo».

La pensatrice e martire del nazismo Edith Stein (santa Teresa Benedetta della Croce) ha sempre avuto particolare devozione verso gli Spiriti Celesti e sostiene che non bisogna vedere l’angelo come una barriera tra noi e Dio: «Vorrei spezzare una lancia in favore degli angeli: non stanno tra noi e Dio come una barriera; il raggio di luce che (secondo Dionigi) giunge a noi dopo aver attraversato tutti i nove cori abbraccia tutto il mondo spirituale; la stessa Trinità è presente in ogni grado, fino all’ultimo coro angelico. (…)».

La peculiarità della comunicazione angelica è, per la Stein, il suo carattere linguistico metaforico: «Gli angeli hanno comunicato le cose divine servendosi di sottrarre metafore». Lo scopo del linguaggio metaforico o simbolico degli angeli è quello di «sottrarre allo sguardo profano della moltitudine il sacro e rivelarlo a coloro che aspirano alla santità, a coloro che, abbandonata la mentalità puerile, hanno acquistato la necessaria acutezza mentale e la visione delle semplici verità».




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4) Teresa Musco

Alla beata Teresa Musco appare l’Arcangelo Gabriele da bambina, il 28 febbraio 1931. «Teresa – le dice – ecco quello che ti invia Gesù, egli vuole che tu sia in pace. Gesù è stanco di tanti peccati, si cerca delle anime che si sacrifichino per i peccatori e per le anime del Purgatorio. Tu soffrirai molto, ma non temere nulla, perché la Mamma del Cielo è con te, ella non ti lascerà mai sola. Sempre vicino a te per guidarti e seguirti, ella ti incoraggerà nei momenti più difficili».

Il 31 maggio 1951, Gabriele, mostrandosi di nuovo a lei, le insegna «parola per parola» una preghiera di consacrazione a Gesù che lei rinnoverà tutti i giorni fino alla sua morte.

Il 20 settembre successivo, mentre è in ospedale, Gabriele si presenta come «un angioletto dalle ali argentee e dagli occhi luminosi come delle stelle», e la consola. Per non impressionare la piccola malata col suo splendore, ha preso la forma più dolce che vi sia.




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5) Madre Teresa di Calcutta

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Tim Graham/Robert Harding/EAST NEWS
Santa Teresa di Calcutta

Ganxhe Bojaxhiu, questo il vero nome di Madre Teresa di Calcutta, una donna straordinaria che diceva di sé di essere «la matita di Dio», mentre chi la conosceva e la vedeva accarezzare i malati e i poveri delle bidonville la chiamavano «l’angelo di Calcutta».

Una donna mistica che parlava con Gesù. Un giorno Gesù le ha detto: « Ti mandai un angelo, affinché ti proteggesse, e vegliasse su di te. Poco tempo dopo che ti mandai un angelo, egli tornò da me. Io gli chiesi perché non fosse da te e mi rispose: “Un angelo non ha bisogno di un altro angelo”».


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6) Teresa Neumann

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© Public Domain

Nel caso di un’altra grande mistica del nostro tempo, Teresa Neumann, contemporanea di padre Pio, troviamo un contatto quotidiano e sereno con gli angeli. Come padre Pio da Pietrelcina, anche Teresa Neumann era devotissima dell’angelo custode, che l’aiutò nelle sue numerose e durissime battaglie, restandole sempre vicino per guidarla e darle forza.

Del proprio angelo custode Teresa percepiva la presenza: lo vedeva alla propria destra, come «uomo luminoso», e vedeva anche l’angelo dei suoi numerosi visitatori, molti dei quali si convertirono. Teresa riteneva che il suo angelo la proteggesse dal demonio, la sostituisse nei casi di bilocazione, altro dono divino della santa (fu vista infatti molto spesso in due luoghi contemporaneamente) e l’aiutasse nelle varie difficoltà.




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7) Erminia Brunetti

Erminia Brunetti è una religiosa che il Padre Celeste aveva posto sotto la protezione di san Michele arcangelo, perché lo invocasse nei casi difficili. Suor Erminia lo amava moltissimo e ricorreva a lui abitualmente, specialmente quando qualche persona si trovava in difficoltà.

Si rivolgeva a lui in maniera affettuosa e confidenziale chiamandolo: «Micheluccio»; ed egli interveniva e, a volte, permetteva che la sua presenza fosse avvertita in modo sensibile. Tanti gli episodi che lo vedono protagonista.


SERAFIN

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8) Natuzza Evolo

NATUZZA EVOLO

La mistica calabrese Natuzza Evolo, morta in concetto di santità il primo novembre 2009, era particolarmente legata agli spiriti celesti.

Molti sono gli episodi che mostrano come Natuzza fosse ispirata direttamente dall’angelo. Tra questi quello narrato dalla signora Luciana Paparatti di Rosarno: «Tempo fa mio zio Livio, il farmacista, stava facendo una cura contro il colesterolo. Un giorno, andando da Natuzza, portai con me zia Pina, la moglie di zio Livio. Entrando da Natuzza, la zia le disse: “Sono venuta per mio marito, vorrei sapere se le medicine sono giuste, se ci siamo affidati ad un buon medico…”. Natuzza la interruppe, dicendo: “Signora, ve ne state preoccupando troppo. C’è solo un po’ di colesterolo!”. Mia zia diventò tutta rossa e Natuzza, come per scusarsi, le disse: “L’angioletto me lo sta dicendo!”. La zia non le aveva parlato di colesterolo, aveva solo chiesto se la terapia era giusta e il medico bravo».




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