Ci siamo sposati per avere qualcuno più vicino da insultare? No, affatto. Allora torniamo al principio, all’amore e alla custodia reciprocadi Pietro Antonicelli e Filomena Scalise (dal blog Sposi&Spose di Cristo)
“Ma te l’ho detto che è così, che tu non mi capisci, che lo shampoo antiforfora non va bene per lavarsi i piedi!”
Lui le rispose: “Ma che dici, mia madre lo faceva usare sempre a mio padre quando finivamo il sapone fatto in casa! E dovevi vedere che piedi puliti e profumati che aveva! Noi a casa mia… noi, eh eh… noi sì che sapevamo vivere! Non voi, anzi… non tua madre… che poi che ne capiva lei se era sempre fuori casa! Che ne poteva capire di shampoo antiforfora e rimedi economici e naturali!”
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E la discussione potrebbe andare avanti così all’infinito! A rinfacciarsi cose assurde e a difendere posizioni indifendibili. Mariti contro mogli, che più che alleati nel bene, sembrano essersi sposati per avere qualcuno più vicino per poterlo insultare meglio.
Cosa succede? Forse è il momento per la coppia di fermarsi un momento, guardarsi negli occhi e fare ritorno al “Principio”, quando si era uno per l’altra. Agli inizi dell’avventura matrimoniale, quando l’altro era la terra da difendere e da amare a costo della propria vita.
Tornare a quel “Principio” dove si riconosce di essere stati creati per “abbandonare il proprio padre e la propria madre per unirsi all’altro e diventare una cosa sola, una sola carne”. Nel bene e nel male.
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C’è bisogno di tornare a quel principio e imparare a volersi bene per ciò che si è, e per onorarsi per quanto si è.
E per fare questo bisogna chiedere l’aiuto al Signore… per imparare ad amarsi veramente e profondamente… per sopportarsi a vicenZa. Ma anche a Crotone.
“Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.” (Lettera ai Galati 6,2)