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Cosa mangiava Gesù?

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Stephen Beale - pubblicato il 30/08/18

I Vangeli sono pieni di banchetti, e ci offrono un'idea abbastanza precisa di cosa si consumava all'epoca

Dalle nozze di Cana alla pesca miracolosa, cibo e bevande si trovano ovunque nei Vangeli. Molti dei momenti fondamentali dei Vangeli sono caratterizzati da pasti.

Ad esempio, appunto, le nozze di Cana, che nel Vangelo di Giovanni sono l’occasione per l’inizio del ministero di Gesù, che in seguito riceve le critiche dei farisei per aver mangiato con esattori e peccatori e deve difendere i suoi discepoli perché hanno raccolto delle spighe di sabato.

Il ministero di Gesù termina poi con un pasto, l’Ultima Cena, che come cattolici rappresentiamo nell’Eucaristia. In Giovanni 6, Gesù ha detto ai suoi seguaci che per salvarsi dovevano mangiare la sua carne e bere il suo sangue. Anche sulla croce, Gesù beve dell’aceto.

I pasti continuano a giocare un ruolo importante anche negli incontri che i discepoli hanno con Gesù dopo la sua Resurrezione; ad esempio, la frazione del pane sulla via di Emmaus e la pesca miracolosa nel mare di Galilea.

Ma cosa mangiavano e bevevano esattamente Gesù e i suoi discepoli? Come sarà stato un loro pasto tipico?

Secondo gli autori di The Food and Feasts of Jesus: Inside the World of First Century Fare (I pasti e le celebrazioni di Gesù: nel mondo degli alimenti del I secolo), la dieta tipica di una persona ebrea del Medio Oriente si basava in larga misura sul pane: “Per ricchi e poveri, il pane era alla base della dieta mediterranea del I secolo. Si faceva tutti i giorni e si mangiava a ogni pasto (…). Il pane era quello che la gente mangiava per vivere (…). Quando finiva il pane era finito tutto”, scrivono gli autori. Questo dà senz’altro un significato più profondo alla frase “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Un altro elemento fondamentale erano i legumi, come ceci, fave e lenticchie. Tra la frutta si mangiavano uva, melagrane e fichi. La fonte principale della carne erano pecore e capre, e il vino era servito come bevanda comune, sostiene l’autore cattolico James Campbell.

E non sono stati solo l’Ultima Cena o i pasti dopo la Resurrezione ad avere un significato speciale, ha segnalato Campbell. “I pasti era un momento sacro, e la presenza di Dio era attesa e accolta in ciascuno di loro. Le persone riconoscevano che, pur essendosi guadagnate il pane quotidiano, era Dio che dava loro tutto ciò che avevano. La fratellanza in un pasto era sempre fratellanza davanti a Dio”, afferma Campbell.

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