“Alcune persone vogliono ripetere intere confessioni perché sentono che non sono valide per il fatto di aver dimenticato qualcosa”
Padre José Eduardo de Oliveira è diventato particolarmente noto in Brasile dopo aver difeso con vigore la vita del nascituro nell’udienza pubblica del Supremo Tribunale Federal circa la depenalizzazione dell’aborto nel Paese.
Questa settimana, affrontando un altro argomento di grande rilevanza spirituale, il sacerdote ha pubblicato un post assai illuminante sulla sua pagina di Facebook sul “funzionamento” dell’assoluzione sacramentale.
Il sacerdote spiega che non serve angosciarsi e gettarsi in una descrizione dettagliata al momento di confessarsi, per paura di non essere assolti nel caso in cui si dimentichi qualche peccato o questo non venga descritto in modo minuzioso. Calma: non è così che “funziona” la misericordia di Dio. Dio è molto più semplice e generoso!
La tendenza a sopravvalutare e a esagerare il peso di ogni minimo scivolamento personale con la paura della punizione divina è una malattia spirituale chiamata scrupolosità. Per l’importanza della questione riportiamo il post di padre José Eduardo:
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L’IGNORANZA SUL MODO DI AGIRE DELL’ASSOLUZIONE SACRAMENTALE
Circola una certa glamourizzazione di una delicatezza di coscienza inscenata, più frutto della mania di dettagli che di una retta comprensione dottrinale della disposizione richiesta al penitente.
Il Catechismo di San Pio X (690) dice (si faccia attenzione alla citazione): “Quanti sono gli effetti del sacramento della Penitenza? Il sacramento della Penitenza conferisce la grazia santificante con la quale sono rimessi i peccati mortali e anche i veniali che si sono confessati e dei quali si ha dolore”.
Nell’immaginario dello pseudo-scrupuloso esiste la necessità nervosa di una confessione esaustiva dei peccati, al di là della specie e del numero (ovvero si ha la necessità psicologica di riferire dettagliatamente ogni mancanza per sentirsi sollevati), come se l’assoluzione venisse conferita individualmente a ogni punto della lista presentata, come se dipendesse più da questo che dal potere sacramentale.