La parola risale al termine latino per indicare il “rendere pronti di nuovo”. È il modo in cui rendiamo noi stessi e il nostro mondo pronti per la guarigione
Di fronte a mali terribili ci sentiamo spesso impotenti. “Cosa posso fare? Come posso aiutare?” La cosa forse più tremenda che possiamo fare è facile da dimenticare, perché non possiamo vederne i risultati con i nostri cinque sensi: compiere atti spirituali di riparazione per questi peccati. Ore sante, un Rosario extra, il digiuno – sono tutti modi in cui possiamo aiutare a guarire le ferite provocate al Corpo di Cristo da crimini terribili.
“Riparazione” deriva dal termine latino “reparare”, che significa “rendere pronti di nuovo”. Quando compiamo una riparazione nei confronti di Dio, stiamo rendendo le nostre anime, e il mondo, nuovamente pronte a ricevere la sua grazia. È come coltivare il terreno.
Ma come funziona esattamente? Come posso fare qualcosa per riparare al male compiuto da qualcun altro? E nell’affrontare i mali del mondo, cosa possiamo fare che Cristo non ha fatto?
Le risposte a entrambe le domande si ritrovano nella definizione che avete probabilmente trascurato nel primo paragrafo: il Corpo di Cristo.
Mediante il nostro Battesimo, i cristiani rinascono come nuove creature in Cristo e diventano parte di Lui – Egli vive in noi, e noi viviamo in Lui. Egli è il nostro capo e noi siamo il suo corpo, come afferma splendidamente San Paolo nella sua Lettera agli Efesini.
E allora, visto che siamo tutti uniti nel corpo mistico, le nostre azioni influiscono sugli altri a livello spirituale, nel bene e nel male. I miei peccati feriscono non solo me stesso, ma l’intero corpo. Il sacerdote, agendo nella persona di Cristo e come rappresentante di tutta la Chiesa, mi riconcilia in questo sia con Dio che con la Chiesa stessa.
Gesù ci ha guadagnato la salvezza, e noi assumiamo l’effetto di questa espiazione mediante il Battesimo e la Riconciliazione, in cui la grazia ottenuta dalla Croce è resa a noi disponibile. Il Battesimo ci permette anche di cooperare alla nostra santificazione, al nostro essere costruiti nella santità – e non solo per noi stessi, ma per tutta la Chiesa e per il mondo intero – unendo le nostre azioni al sacrificio di Cristo.