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La ricetta dell’allegria? Servire gli altri, lasciare spazio a Dio

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Giuseppe Corigliano - pubblicato il 27/08/18

Se qualcosa si frappone tra la nostra anima e Dio ecco che arriva la tristezza; la via d'uscita è sempre la disponibilità alla volontà di Dio nel servizio umile al prossimo

Darsi sinceramente agli altri è di tale efficacia che Dio lo premia con un’umiltà piena di allegria. (San Josè Maria Escrivà de Balaguer, Forgia 591”).

E’ un pensiero di San Josemaría di grande semplicità ma molto saggio. Parla di umiltà che è sempre collegata con l’allegria. Quando penso ai miei diritti, a ciò che mi spetta, ai riconoscimenti che meriterei, divento pesante e antipatico. Se invece mi preoccupo degli altri vengo attirato in un mondo in cui sono spettatore e anche umile servitore (come disse Joseph Ratzinger quando fu eletto papa). Ogni persona è un mondo: essere disposti ad entrare in punta di piedi in quel mondo è sempre una scoperta. Imparo e verifico che gli altri sono più buoni di me: hanno tante cose da insegnarmi.




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La disponibilità alla volontà di Dio è fondamentale.

Manca la gioia? Pensa: c’è un ostacolo fra Dio e me. Indovinerai quasi sempre. ( San José Maria Escrivà de Balaguer, Cammino 662).

Da questo punto di vista quando avverto una punta di tristezza o scoraggiamento mi sembra come una spia rossa nel cruscotto dell’auto. C’è qualcosa che non va con Dio. Per quanto riguarda me, toglierei quel “quasi”. Direi che sempre quando mi rivolgo a Dio la tristezza scompare.

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