Senza minimizzare la complessità e la delicatezza della tematica etica sottostante, traspare dal testo di questo documento la preoccupazione e la risposta della Chiesa Cattolica di fronte al rischio di una alleanza di fatto fra i sostenitori del fronte antivaccini e credenti antiabortisti male informati o manipolati circa l’attuale stato della produzione e il contenuto di vaccini come quello contro la rosolia. Infatti il documento così conclude:
”Le caratteristiche tecniche di produzione dei vaccini più comunemente utilizzati in età infantile ci portano ad escludere che vi sia una cooperazione moralmente rilevante tra coloro che oggi utilizzano questi vaccini e la pratica dell’aborto volontario. Quindi riteniamo che si possono applicare tutte le vaccinazioni clinicamente consigliate con coscienza sicura che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all’aborto volontario. Pur nell’impegno comune a far si che ogni vaccino non abbia alcun riferimento per la sua preparazione ad eventuale materiale di origine abortiva, si ribadisce la responsabilità morale della vaccinazione per non far correre dei gravi rischi di salute ai bambini e alla popolazione in generale”.
La posizione della Chiesa
La rilevanza di questo argomento sia dal punto di vista etico che biologico ci ha spinto a contattare il professor Antonio Gioacchino Spagnolo, Ordinario di Bioetica presso la facoltà di Medicina e chirurgia “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma e membro della Pontificia Accademia per la Vita. Spagnolo ha fatto parte della task force per la stesura del documento del 5 giugno 2005, elaborato dalla Pontificia Accademia per la Vita a seguito della campagna promossa dall’associazione cattolica americana Children of God for Life contro la produzione da parte di alcune industrie farmaceutiche di vaccini con virus vivi preparati a partire da linee cellulari umane di origine fetale, usando tessuti di feti umani abortiti volontariamente come fonte di tali cellule.
Nessuna responsabilità etica per i genitori
L’accademico ha ribadito come i punti fondamentali che la Chiesa Cattolica ha preso in esame per dirimere la delicata questione siano il concetto di cooperazione al male e quello di “occasione di scandalo”, riferendosi con quest’ultimo termine alla possibilità anche indiretta per il credente di avallare in qualche modo la pratica dell’aborto volontario. La necessità di evitare gravi rischi per i bambini, i soggetti immunodepressi e le donne in gravidanza, unita alla lunga distanza temporale dagli unici due aborti utilizzati negli anni 60 del secolo scorso per la preparazione dell’attuale vaccino anti rosolia (che non ha ancora valide alternative), conclude Spagnolo, esclude pertanto qualunque responsabilità etica dei genitori, il cui dovere assoluto è quello di tutelare la salute e la vita dei loro bambini.