Dalla madre-Madonna al gusto della preghiera, dallo zelo apostolico all'umorismo. Ecco come farsi apprezzare di più dai propri fedeli
In un momento così delicato per i sacerdoti di tutto il mondo, tra scandali e accuse che si moltiplicano, ecco una sorta di utile manuale con delle raccomandazioni di Papa Francesco ai suoi “figli”.
Padre Diego Fares in “Dieci cose che papa Francesco propone ai sacerdoti” (Ancora editrice) raccoglie dieci proposte che Francesco spedisce direttamente al cuore dei suoi sacerdoti per fare in modo che migliorino il proprio ministero sacerdotale e il rapporto con le rispettive comunità di fedeli. Ecco le proposte.
1) Porgere la spalla e metterci il cuore
In un discorso alla festa di San Gaetano in Argentina, Bergoglio disse:
«Quando si porge la spalla – quella spalla che sta vicina al cuore, così vicina che il peso si avverte direttamente – si trova il proprio posto nella vita. Quando porgiamo la spalla alle necessità dei nostri fratelli, allora sperimentiamo, con stupore e gratitudine, che un Altro porta in spalla noi».
Francesco è di quelle persone che “ti porgono” sempre la spalla perché ci mettono il cuore. Cosa significa tutto questo?
Che il sacerdote deve conoscere e aprirsi a tutti ma senza anestetizzare il cuore. Perciò non bastano né la morale della legge né quella delle virtù, ma c’è bisogno di approfondire di più e di fare le cose di cuore mentre porgiamo la spalla alla nostra gente, alle famiglie, ai giovani che vanno sostenuti, agli anziani che richiedono tenerezza, ai più poveri che la società scarta e va lasciando sul bordo della strada.
«In questo mondo i ministri ordinati e gli altri operatori pastorali possono rendere presente la fragranza della presenza vicina di Gesù ed il suo sguardo personale. La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa «arte dell’accompagnamento», perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro» (cf Es 3,5) (EG 169).
Il discernimento è aprirsi affinché Gesù sia Signore della nostra vita concreta, e questo richiede di fare nostra questa verità: se vogliamo discernere o accompagnare un discernimento dovremo prenderci tempo. Quando qualcuno ci dice che vuole fare un discernimento, la prima domanda è se è disposto a dedicare tempo a questo processo.
«Non perdete la preghiera». È stata la prima raccomandazione di Francesco. Che ha aggiunto: «Pregate come potete, e se vi addormentate davanti al tabernacolo, benedetto sia. Ma pregate. Non perdete questo. […] Il tabernacolo è freddo, non è un televisore. Ma l’amore è lì».
Questo «Pregate come potete, ma pregate» è tipico della pedagogia di Francesco. Il Papa parla di «avere coraggio nella preghiera». Pazienza e coraggio. In generale uniamo il coraggio all’azione, ma Francesco dice che il coraggio apostolico nasce nella preghiera. Quella preghiera che porta a combattere con Dio intercedendo in favore del suo popolo, della sua gente.
«Non perdete il lasciarvi guardare dalla Madonna e il guardarla come Madre». Per Francesco, la Vergine è sempre stata ed è fondamentalmente Madre. Ed è anche «la Madonna», nostra Signora. E in quanto Madre e Signora ci fa andare sempre in braccio a sé, a coprirci sotto il suo manto e a lasciarci guardare dai suoi occhi: gli occhi della Vergine.
Maria accompagna papa Francesco, nella sua storia di sacerdote, sotto diverse invocazioni: la Madonna che scioglie i nodi, la Vergine di Lujan, la Signora dei Miracoli, la Signora di Aparecida, Santa Maria Maggiore. E in ognuna di queste invocazioni il Papa guarda la Madonna con gli occhi amorevoli di un figlio nei confronti di sua madre.
Maria ci guarda in modo tale che uno si sente accolto nel suo grembo. Ella ci insegna che «l’unica forza capace di conquistare il cuore degli uomini è la tenerezza di Dio.