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Un cavallo al posto di Gesù. Il vescovo: niente benedizione al “drappellone” del Palio di Siena

drappellone Palio Siena 2018

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/08/18

L'animale, simbolo del Palio, è in braccio a  Maria. Un'immagine... tutt'altro che cristiana! Ed è scontro con il sindaco

«E’ un’opera d’arte moderna ma non rispetta i caratteri della cultura mariana e per questo benedico la città, ma non il drappellone».Così l’arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani, durante la cerimonia dell’offerta dei ceri e dei “censi” in Duomo, che si è svolta il 14 agosto a Siena.

Il drappellone o ‘cencio’, va alla contrada vincitrice del Palio dedicato alla Madonna dell’Assunta del 16 agosto, e quest’anno è stato realizzato dall’artista Charles Szymkowicz. Il telo raffigura una Maria decisamente strana, che in braccio al posto del Bambino porta un cavallo (Ansa, 14 agosto).

La precisazione del vescovo

«La mia decisione non deve suonare strana perché la benedizione è riservata all’immagine religiosa – aveva precisato il vescovo – Ciò non significa che deve mancare o può mancare la benedizione alla nostra città, la benedizione alle sue contrade perché il Signore ci aiuti ad essere fedeli a quanto ci è stato trasmesso di generazione in generazione».


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L’amarezza delle contrade

Una nota a sostegno dell’arcivescovo è arrivata da parte del «Collegio dei correttori» delle 17 contrade di Siena: «Il primo e più importante titolo che è stato attribuito alla Madonna – spiegano – è quello di Madre di Dio, perciò da secoli gli artisti la raffigurano con Gesù Cristo in braccio. Questa è la fede che da quasi due millenni il popolo senese si tramanda di generazione in generazione in ossequio alla tradizione e alle scritture. I Senesi hanno un amore straordinario per il cavallo, una meravigliosa creatura di Dio. Sostituire Gesù Cristo con un cavallo significa però irridere sia la devozione dei Senesi per la Madre di Dio che il loro rispetto per i cavalli».

Il sindaco fuori dal coro

Il sindaco Luigi De Mossi ha protestato, invece, contro il vescovo: «La benedizione alla città, ai cittadini (ma il vescovo li ha benedetti ndr) e al Palio era dovuta – ha aggiunto De Mossi – La benedizione, infatti, non è a un ‘cencio’ di seta ma abbraccia tutta la città e quindi, in modo molto pacato, ribadisco che dal mio punto di vista il vescovo ha sbagliato».

Il sindaco ha spiegato di non voler «difendere l’artista a tutti i costi ma se si entra nella dinamica della qualità dell’opera si va su un terreno scivoloso che non ci compete» (Avvenire 16 agosto).


THEOTOKOS VLADIMIR

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