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La storia del piccolo Jaxon “Strong” è un inno alla vita

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/08/18

I medici avevano sconsigliato il parto poiché affetto da una grave anencefalia. Ma i genitori non li hanno ascoltati. E ora il loro bambino ha compiuto un anno

C’era chi lo avrebbe voluto morto. Anzi, nemmeno nato. Alcuni medici del Winnie Palmer Hospital, in Florida, avevano consigliato ai genitori di non far vedere la luce al piccolo Jaxon Emmett Buell: troppo gravi le sue malformazioni al cranio e al cervello. La sentenza era netta: quel bambino non sarebbe sopravvissuto. Suo papà e sua mamma, però, da sempre fermamente contrari all’aborto, non ne hanno voluto sapere di interrompere la gravidanza. Intendiamoci: i problemi ci sono, eccome.

PIU’ FORTE DELLA GENETICA

Jaxon, affetto da una anencefalia, una malformazione congenita grave che priva il nascituro, totalmente o parzialmente, della volta cranica e dell’encefalo, è statisticamente uno su 4859 bambini che nascono negli Stati Uniti con la stessa condizione, e la maggior parte muoiono in utero o subito dopo la nascita. Lui però è stato più forte della genetica, e grazie al coraggio dei suoi genitori è nato e ha festeggiato il suo primo anno di vita. Uno schiaffo a chi crede che “meriti” di vivere solo chi è sano.

SETTIMANE D’ANGOSCIA

Il calvario della famiglia Buell, di Tavares, in Florida, è iniziato alla 17esima settimana di gravidanza, quando la felicità di aver saputo dell’arrivo di un maschietto si è spenta sotto il peso della notizia che nessun genitore in attesa vorrebbe mai sentire: il bimbo aveva un problema. Le settimane successive sono trascorse in preda all’angoscia fino a quando la diagnosi ha gettato la coppia nello sconforto: Jaxon era affetto da una grave anencefalia.

IL PRESSING DEI MEDICI

A quel punto, i medici hanno dato loro la possibilità di interrompere la gravidanza alla 23esima settimane, ma i due, che sono contro l’aborto, si sono categoricamente rifiutati.

«Siamo andati a casa quella notte pensando che ci avevano proposto di abortire – ha raccontato Brandon – Non avremmo mai saputo cosa sarebbe potuto accadere. Chi siamo noi per decidere? Ci hanno dato un bambino e quello che potevamo fare era dargli la possibilità di combattere, ed è quello che nostro figlio ha fatto fin dall’inizio».

LA VOGLIA DI LOTTARE DEI GENITORI

Jaxon è nato di quattro chili con parto cesareo il 27 agosto 2014 e ha trascorso le prime tre settimane nel reparto di terapia intensiva al Winnie Palmer Hospital. Dopo due mesi di paure e crisi multiple il piccolo è stato trasportato all’ospedale dei bambini di Boston, specializzato in neurologia pediatrica. Da lì una nuova diagnosi: Jaxon era affetto da una micro idrocefalia e gli è stata data una serie di cure che alleviano il dolore facendogli vivere un’esistenza migliore. «Cerco di rimanere positiva per il 99 per cento del tempo – dice Brittany – poi c’è l’1% che sa che domani potremmo svegliarci e che Jaxon potrebbe non aver passato la notte. So che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo per mio figlio».

L’AMORE PER “JAXON STRONG”

Intanto, sfidando tutte le previsioni, la coppia è contenta di aver vissuto quest’ultimo anno accanto a Jaxon, forte dell’amore e delle manifestazioni d’affetto giunte on line da ogni parte del pianeta. Alla nascita del bimbo, un collega di Brandon ha messo su una pagina su GoFundMe per raccogliere donazioni per le costose cure mediche del piccolo: da allora oltre mille persone hanno preso a cuore la sua storia donando oltre 58mila dollari e ribattezzando il piccolo “Jaxon Strong” per la forza e la voglia di sopravvivere dimostrata in questo anno.

LA VITA E’ SEMPRE MERAVIGLIOSA

Anomalie gravi dei feti e rischi per la salute fisica e psicologica della donna sono spesso citati come ragioni valide per giustificare l’aborto di bambini la cui vita potrebbe essere non degna di essere vissuta e che sperimenteranno sofferenze insopportabili. Ma ogni vita ha qualcosa di meraviglioso e il rapporto speciale di questa incredibile famiglia è li a testimoniarlo. Jaxon morirà, certo, come ognuno di noi d’altronde. Ma la sua storia servirà a dare coraggio a chi deve affrontare decisioni difficili, e forse farà capire quanto sia meraviglioso poter guardare il proprio figlio, quale che sia la sua aspettativa di vita.

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