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Questo vizio molto comune ma dannoso è diventato un’epidemia. Per fortuna ci sono molti modi per combatterlo

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Tom Hoopes - pubblicato il 06/08/18

Tutto, dall'inciviltà nei social media alla doppia vita, ha radici marce immerse in questo peccato

C’è un peccato, un vizio, che al giorno d’oggi è diventato una vera epidemia.

È il vizio che provoca l’inciviltà politica.

È il vizio che porta a molte depressioni e a molti casi di autolesionismo.

È il vizio che (tra gli altri) fa sì che i cattolici – fino ai cardinali – conducano una doppia vita.

È il vizio che ha coperto gli abusi sessuali ai massimi livelli a Hollywood e in politica.

Questo vizio è la vanità – chiamata anche vanagloria o notorietà –, e ne soffriamo quando iniziamo a dare troppa considerazione a quello che gli altri pensano di noi.

Inizia in modo piuttosto innocente quando si apprezza la lode per un lavoro ben fatto

È positivo essere lodati per qualcosa che si è svolto bene. È giusto provare un sano orgoglio per qualcosa che si è fatto, anche a livello spirituale.

Il problema è quando l’obiettivo raggiunto diventa meno importante della lode. Lentamente, in modo sottile, iniziamo ad anelare all’ammirazione più che al successo.

Siamo colpevoli di vanità quando cerchiamo la lode di per sé, dice San Tommaso d’Aquino.

Accade a scuola, al lavoro – e in chiesa, quando iniziamo a comportarci in modo santo non per Dio, ma per essere visti dagli altri. L’ho notato quando ho letto di un santo che si inginocchiava in preghiera nelle cappelle delle parrocchie ma si sedeva rapidamente quando entrava qualcun altro per non sembrare santo. Io invece mi inginocchio se arriva qualcuno…

“Un uomo vanaglorioso è un credente idolatra”, ha scritto San Giovanni Climaco. “Apparentemente onora Dio, ma in realtà vuole compiacere non Dio ma gli uomini”.




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I social media massimizzano la vanità

Il cardinale John Henry Newman ha visto il suo mondo come particolarmente incline alla vanità per via dei “nuovi media” dell’epoca:

“La notorietà non avrebbe mai potuto esistere come oggi in qualsiasi periodo del passato; ora che le ultime notizie di ogni parte del mondo, notizie sia private che pubbliche, vengono presentate giorno dopo giorno a ogni individuo della comunità, con processi così uniformi, così poco vari, così spontanei da sembrare quasi una legge naturale”.

Newman diceva che la “fama da giornale” promuove una seconda mancanza di vanità: cercare la lode per quello che non è realmente degno di lode.

Puoi essere famoso come grande statista o grande criminale, diceva. Puoi essere noto per filantropia o adulterio.

Nell’epoca dei social media, possiamo aggiungere questo alla lista: puoi essere ammirato perché hai salvato un cane o perché hai scattato una bella foto di un cane; puoi essere ammirato perché tuo figlio ha ricevuto la Prima Comunione o perché era stupendo in quel vestito da festa; puoi essere ammirato perché hai costruito un grande ristorante o perché hai postato la foto di un grande ristorante.




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La vanità nutre anche l’inciviltà politica

Un altro modo di essere colpevoli di vanità è cercare la lode delle persone il cui giudizio non è giusto, dice l’Aquinate.

Lo facciamo tutto il tempo. Ci crogioliamo nell’eco di chi è d’accordo con noi sui social media, e poi ci viene data una pacca sulla spalla per aver condiviso commenti sugli oppositori politici e veniamo lodati come anime coraggiose per aver detto cose poco moderate sulle “nostre” questioni.

Questo ha l’effetto di creare una distanza ancor maggiore tra il valore delle nostre convinzioni e il volume delle lodi che riceviamo per loro – e ci conferma nel nostro disprezzo nei confronti di tutti coloro che non sono d’accordo.

La vanagloria finisce in ipocrisia

“Il servo della vanagloria conduce una doppia vita”, scrive San Giovanni Climaco. “All’apparenza esteriore vive con i cristiani, ma nel cuore è nel mondo”.

“È difficile portar via un cane dal banco del macellaio”, aggiungeva.

È per questo che prego che i miei figli vengano colti a fare cose sbagliate quando sono ancora bambini. Più a lungo sembri bravo mentre fai cose negative di nascosto – che si parli di un bevitore segreto, una persona che consuma pornografia in incognito o un malversatore su piccola scala –, più la coscienza diventa morta e ti allontani dal pentimento.

Ma non disperate. La guarigione è più vicina di quello che pensate

“Ho incontrato alcune persone che si sono avventurate nella vita spirituale per vanagloria, iniziando quindi male, e però hanno finito in modo ammirevole perché hanno cambiato le proprie intenzioni”, scriveva San Giovanni Climaco.

La santità ha un effetto a catena sulla nostra vita. Più spesso facciamo la cosa giusta nonostante quello che pensa la gente, più è semplice fare la cosa giusta malgrado ciò che pensano gli altri.

Ci sono molti modi per combattere la vanità:

  • Evitare i social media, se sono una fonte di vanità nella propria vita.
  • Parlare chiaramente dei vostri peccati segreti in Confessione e a un amico fidato.
  • Fare atti segreti di carità che non comportano una ricompensa.
  • Accettare le umiliazioni.
  • Recitare la Litania dell’Umiltà come parte della propria offerta mattutina.
  • Meditare ogni settimana sulle beatitudini.

I miti erediteranno la terra – perché gli orgogliosi distruggeranno se stessi. La gloria più grande è una vita tranquilla di santità, in cui ci si “esibisce” per un pubblico costituito da un’unica persona: Dio.

La sua lode è sufficiente.

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