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Sei disposto a scendere dal Monte Tabor e seguire Gesù solo con vesti normali?

YOUNG MAN OVER A FOREST
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 06/08/18
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Il volto trasfigurato sul monte Tabor e quello sfigurato al Golgota sono l’uno via all’altro: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, anche quando resta “solo” umano senza luce sfolgorante ha in Sè tutta la pienezza e cammina con noiIn quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.  E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.  Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 
Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 
Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 
E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. 
Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. (Mc 9, 2-10)

Non so se Pietro, Giacomo e Giovanni potevano immaginarsi che quella gita fuori porta, quella scampagnata sul monte Tabor, li avrebbe visti protagonisti di un evento che si fa fatica anche solo a raccontare: “li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù”.

La luce, la visione, la presenza di Mosè ed Elia, sono segno che Gesù sta mostrando a questi suoi migliori amici la Sua divinità. E lo sta facendo non soltanto per affetto, ma per metterli al sicuro da tutto ciò che di lì a poco succederà. Infatti sempre loro tre si troveranno trascinati da Gesù sulle pendici di un altro monte, quello degli ulivi, chiamato Getsemani, e davanti ai loro occhi vedranno tutta l’umanità di Gesù, sfigurata questa volta dall’angoscia, dalla sofferenza, dalla lotta con l’idea stessa della morte. Sarà un momento di buio fitto e non più di luce splendente.

Eppure queste due esperienze sono importanti per i discepoli. Essi devono sapere fino in fondo che Gesù non è solo vero uomo, ma anche vero Dio, ma che allo stesso tempo Egli non è solo vero Dio così che l’umanità è solo una finzione, ma Egli è anche veramente e totalmente uomo. Il mistero del buio lo si capisce solo nel mistero della luce. E se la luce ci attrae fino al punto da mettere queste parole in bocca a Pietro: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!»; è vero anche che davanti all’esperienza del buio quello che ci viene più normale fare, è ciò che fanno i discepoli dopo l’arresto di Gesù: “e fuggirono tutti”. Di Gesù vorremmo tenerci la Sua divinità e scappare dalla sua umanità. Ma per entrare nella divinità di Cristo bisogna passare attraverso la Sua umanità. È l’umano la via che ci conduce a Dio. È attraverso il buio della nostra debolezza che si giunge alla luce di saperci amati e salvi. #vangelodelgiorno

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