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Con Dio non è tutto a portata di un click

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Catholic Link - pubblicato il 06/08/18

3 suggerimenti per migliorare il vostro rapporto con Lui

di Daniel Prieto

La nostra società moderna (o post-moderna se preferite) è caratterizzata in modo evidente dalla sua grande accelerazione. Tra le tante cause che hanno favorito questo dinamismo, le nuove tecnologie hanno senz’altro giocato, e giocano ancora, un ruolo fondamentale, perché hanno promosso una semplificazione e una maggiore agilità di una serie di processi o meccanismi: di fabbricazione, di comunicazione, di transazione, ecc., che a loro volta hanno permesso la nascita di un’economia globalizzante e virtuale che molti, con motivi sufficienti, considerano la terza (o quarta) rivoluzione industriale.

Questa agile globalizzazione senza limiti apparenti, tuttavia, diventa facilmente un giogo pesante e limitante quando se ne estrapolano i principi trasferendoli ad altre dimensioni della vita che non rispondono alle coordinate o alle strutture dell’aspetto produttivo. I problemi iniziano di fatto quando una mentalità pragmatica e utilitaristica conquista anche il nostro modo di percepire o contemplare le strutture spirituali della realtà. In questi casi, quasi senza rendercene conto iniziamo a proiettare le stesse aspettative di efficienza, velocità e controllo su certe dimensioni della vita in cui queste categorie non sono sinonimo, né misura, di successo o progresso.

Ecco alcuni consigli su cui vale la pena di riflettere per valutare il nostro rapporto con Dio:

1. Ripensate alla velocità con cui sperate di ottenere i favori di Dio

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Nel contesto dei rapporti interpersonali, dell’educazione familiare o della vita spirituale, solo per citarne alcuni, le coordinate del pensiero tecnico si dimostrano del tutto insufficienti, indebolendo la nostra percezione del mistero che coinvolge queste realtà. Questo è forse uno dei motivi per i quali tante persone molto competenti e di successo in ambito lavorativo falliscono miseramente in quello spirituale, dove ciò che conta non è la quantità né la velocità, né tantomeno i risultati immediati, ma la qualità e la profondità delle relazioni.

Riguardo alla nostra apertura e alla nostra cooperazione con la grazia, che si genera nell’intimità delle strutture misteriose del nostro cuore, sono piuttosto il raccoglimento, la gratuità e la contemplazione gli atteggiamenti che dettano il successo e il progresso dei tempi di Dio. A questo si deve forse il fatto che sia difficile per chi ha delle ricchezze entrare nel Regno di Dio (Lc 18, 24).

2. Il mio tempo non è lo stesso tempo di Dio

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Un esempio chiaro è pretendere di avere il potere di risolvere e controllare queste dimensioni con facilità e rapidità, come facciamo tante volte attraverso una nuova applicazione che ci permette di comunicare, contattare, pagare, ecc., tutto con un semplice “click”. Se è così siamo sulla strada sbagliata. Non è infrequente che le persone benintenzionate cerchino metodi, esercizi o strategie per la loro vita spirituale (o per il loro apostolato) ammalandosi proprio di questo vizio. Vanno dal Santissimo con una pila di libri come chi cerca di risolvere i problemi in pochi minuti e con le proprie forze, ma con Dio le regole sono altre, spesso anche inversamente proporzionali alle regole del mercato: qui le difficoltà, gli errori, le sofferenze e i tempi lunghi sono la condizione, non per risolvere, ma per essere “risolti” con la grazia di Dio.

Questi limiti, seppur ben accettati, non danno accesso al grande mistero della Croce di Cristo, ovvero alla profondità incolmabile del suo amore. Cresciamo allora a livello spirituale e impariamo nell’umiltà ciò che significa che Dio è il padrone della nostra vita (del tempo e dello spazio).

3. Lasciamo che sia Lui a lavare le nostre ferite

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Se siamo totalmente consapevoli che Dio è il capitano della nostra imbarcazione, possono nascere anche rapporti autentici con gli altri, perché nessuno dà ciò che non ha. Possiamo amare il prossimo solo come amiamo noi stessi, e possiamo amare noi stessi con profondità solo se, scoprendoci bisognosi, incapaci, fragili, peccatori e limitati, ci apriamo ripetutamente con pazienza, lentezza e fatica alla misericordia di Dio.

Quella misericordia che ci salva perdonandoci e ci perdona amandoci; quella misericordia che ci lava e guarisce le ferite in una fucina eterna, permettendoci di vivere quello che insegnava il Maestro: “le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato” (cfr. Lc 7,47). È in dimensioni, spazi e strutture dello Spirito di questo tipo che si giocano la nostra felicità e la nostra vera trasformazione, rivoluzione o progresso del mondo, perché altre sono le misure in cui nasce e cresce il piccolo Regno – di notte, in modo quasi impercettibile, come una brezza leggera –, e il resto ci verrà dato in aggiunta (cfr. Lc 12,31).

La ricchezza di un rapporto vivo con lo Spirito di Dio è un regalo immenso che non possiamo lasciar correre. Chiedete a Dio di riempire il vostro cuore di pazienza per sperare basandovi sull’amore e non sull’immediatezza.

QUI L’ORIGINALE

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