Un altro preparato molto utilizzato a base di profumi riguarda l’olio Santo e olii per le unzioni
A Mosè fu insegnato a preparare l’olio per l’unzione:
“Procurati balsami pregiati: mirra vergine per il peso di cinquecento sicli; cinnamomo odorifero, la metà, cioè duecentocinquanta sicli; canna odorifera, duecentocinquanta; cassia cinquecento sicli, secondo il siclo del santuario (16,4 g circa) e un hin (5, 83 litri circa) d’olio d’oliva.
Ne farai l’olio per l’unzione sacra, un unguento composto secondo l’arte del profumiere” (Es. 30, 22-25).
Per ottenere l’olio santo o anche diversi olii per unzioni, i profumieri facevano macerare a caldo piante e resine aromatiche nell’olio.
A volte, seguendo il metodo degli Egizi, estraevano il succo di piante particolarmente aromatiche, strizzandole in un panno e facendone stillare il succo in un vaso.
Scavi hanno riportato alla luce mortai per frantumare radici, rizomi o resine aromatiche, fornelli per macerare a caldo e anfore per acque profumate, vasetti e fiale in terracotta, in vetro o in alabastro visibili ancora oggi nei musei archeologici di Haifa e Gerusalemme.
La varietà degli aromi era notevole e l’iniziale impiego di balsami e unguenti a scopo liturgico si trasferì al campo cosmetico.
Nonostante la severità della legge mosaica e le invettive di Geremia e di Ezechiele, le donne della Bibbia seducono sempre dopo una toeletta profumata:
Ruth per piacere a Booz, Giuditta per sedurre Oloferne, Jezabel per placare Iehu.
L’importanza attribuita ai profumi e alla cosmesi, era tale che Giobbe ( Giobbe 42:14) a una figlia “mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio”, letteralmente Keren hapuch e cioè “Vaso di belletto”.
Nel libro del Siracide, lo Spirito di Dio si diffonde come un profumo:
“ Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, /nella porzione del Signore, sua eredità./ Sono cresciuta come un cedro sul Libano,/ come un cipresso sui monti dell’Ermon./ Sono cresciuta come una palma in Engaddi,/ come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura;/ sono cresciuta come un 25 platano./ Come cinnamomo e balsamo ho diffuso profumo;/ come mirra scelta ho sparso buon odore;/ come gàlbano, ònice e storàce, come nuvola d’incenso nella tenda./ Come un terebinto ho esteso i miei rami/ e i miei rami sono rami di maestà e di bellezza” ( Siracide 24: 1, 23)
Dai Magi al sepolcro: i profumi di Gesù
Nei Vangelii profumi compaiono con i Magi:
“Poiché era nato Gesù a Betlemme di Giudea, ai tempi del re Erode, ecco che dei Magi venuti dall’Oriente arrivarono a Gerusalemme. Entrando nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre, e, prostrati, lo adorarono; aprendo il loro cofanetto, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt. 2, 11).
In seguito, saranno soprattutto le donne a onorare Gesù con i profumi.
Nella celebre scena della peccatrice che unge di profumi i piedi di Gesù, questi fa osservare a Simone che lui non ha avuto quel gesto di gentilezza nei suoi confronti.
Il vangelo di Giovanni riporta un’altra scena d’unzione.
In questo caso si tratta di Maria di Betania, che versa il profumo sulla testa di Gesù.
Giuda, al quale non importava niente dei poveri, ma teneva la cassa, osserva che quel profumo lo si sarebbe potuto vendere e ricavarne danaro da dare ai poveri, invece di sprecarlo così.
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