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La festa dei Padri Vocazionisti, proseguire l’opera di Don Giustino nel nuovo millennio

DON GIUSTINO RUSSOLILLO

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 01/08/18

Esaltare la vocazione alla vita consacrata, alla santità per sacerdoti, religiosi e laici: il lascito di don Giustino Russolillo

Un santo prete, come è stato ad esempio il Curato d’Ars, è questo in estrema sintesi il profilo di don Giustino Russolillo, proclamato Beato da Benedetto XVI nel 2011 e fondatore dei Padri Vocazionisti.

Chi era don Giustino?

Come si legge sul sito dei Vocazionisti, che domani 2 agosto celebrano la memoria liturgica del loro fondatore, la vita del beato Giustino è stata tutta improntata a suscitare vocazioni e a ottenere di creare santi preti che potessero a loro volta santificare il Popolo di Dio. In qualche modo, anticipando il Concilio, comprese l’urgenza e la missione della Chiesa come strumento di santificazione universale, per tutti, e che la santità non era affare dei preti ma di tutti i battezzati e che questo destino, potesse essere portato avanti solo con molte (e buone!) vocazioni sacerdotali.

Sin da ragazzo Giustino sentì un forte desiderio di consacrarsi a Dio come sacerdote e grazie alla cooperazione dei genitori, del vescovo, delle zie materne e di un ricco signore del luogo, ha potuto coronare la sua chiamata il 20 settembre 1913. In quel giorno don Giustino emise un solenne voto a Dio di fondare una congregazione religiosa per aiutare i ragazzi privi di mezzi finanziari a diventare sacerdoti: da questa ispirazione originaria nacquero i Padri Vocazionisti, le Suore Vocazioniste e l’Istituto secolare delle Apostole Vocazioniste della Santificazione Universale.

Fu essenzialmente un presbitero di parrocchia, amato e rispettato e domani i “suoi” giovani, ormai 70enni lo saluteranno di nuovo nella sua chiesa, quella dove servì per molti anni, nel quartiere napoletano di Pianura. Egli infatti:

Fu parroco di San Giorgio Martire in Pianura di Napoli dal 20 Settembre 1920 fino alla sua morte il 2 Agosto 1955.

Le celebrazioni

Una centralità, nel territorio di Pianura, che è testimoniata dai festeggiamenti, già iniziati (qui le foto di ieri):

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Le celebrazioni comunque proseguono questa sera, 1 agosto, dove ci sarà la processione con la statua del beato per le vie di Pianura. Domani mattina, poi, nella cripta dove riposano le sue spoglie, alcuni religiosi vocazionista rinnoveranno la Professione Religiosa, e in serata, alle 18:30 ci sarà una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Padre generale dei Vocazionisti, padre Antonio Rafael do Nascimento sdv,  durante la quale 5 religiosi vocazionisti faranno i Voti perpetui.

Durante l’intera giornata di domani, a partire dalle 7 del mattino, ogni ora, tutte le parrocchie di pianura si recheranno in pellegrinaggio al Vocazionario ( così si chiama la Casa Madre) per rendere omaggio al Beato parroco di Pianura e celebrare l’eucarestia. Si svolgerà inoltre un pellegrinaggio, a piedi, anche da Quarto, un comune a 10 km da Pianura.

Una missione che continua

Un padre con molti figli Don Giustino, la sua opera infatti è diffusa in Europa, Americhe, Africa e Asia, all’appello manca solo l’Oceania, ma giurano che ci stanno lavorando e che presto anche lì, l’opera di don Giustino troverà nuovo spazio.

Nel frattempo prosegue il processo di canonizzazione, è finita pochi mesi fa la fase diocesana e la pratica è stata inviata alla Congregazione per le Cause dei Santi, a Roma.

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Il tema del XV Capitolo Generale – che si svolgerà dal 27 agosto – è “identità e appartenenza del Vocazionista: dallo spirito giustiniano ai nostri giorni”, nella sua prolusione Padre Antonio Rafael do Nascimento, SDV (Superiore Generale dei Vocazionisti) ha detto:

Prendiamo a cuore la bussola che deve condurre la nostra assise perché “identità e appartenenza” sono la ragione stessa del nostro essere vocazionisti nella Chiesa e i due aspetti formano un tutt’uno, perché come ci ha ricordato il Papa Francesco, non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo (GE 6). Non dimentichiamo che rinnovamento nella chiesa significa ritorno alle origini, dove troviamo l’inspirazione iniziale senza la quale non possiamo vivere il presente né tanto meno costruire il futuro. Quell’azione iniziale era già proiettata per l’eternità, toccando ancora allo stesso Spirito, ma adesso con la nostra collaborazione, la capacità di rinnovare, adattare, aggiornare, sempre con fedeltà e creatività. L’ispirazione fondante non è contraria, anzi, è aperta alle nuove sfide del tempo presente.

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