Cosa ho imparato da loro dopo aver subìto abusi sessuali
di Margarita García
Che proposito hanno le ferite – non solo fisiche – nella nostra vita? La scrittrice Dawn Eden, che ha subìto abusi sessuali nell’infanzia, ha trovato la risposta nell’esempio di alcuni santi, che l’hanno aiutata a curare le ferite della sua anima.
“Il perdono testimonia che l’amore è più forte del peccato”, ha affermato la Eden, che nel suo iter di superamento personale si è resa conto che doveva chiedere la grazia di perdonare la madre, con cui aveva un rapporto molto difficile.
In questo cammino di perdono e guarigione, la scrittrice si è sempre sentita accompagnata dai santi, ma assicura che per poter approfittare delle grazie che ci giungono attraverso la loro intercessione dobbiamo essere innanzitutto capaci di “riconoscere le nostre ferite”.
I santi, che immaginiamo perfetti, in realtà lo sono perché “durante la loro vita hanno permesso che Dio li perfezionasse e li purificasse”. Santi come quelli che vi presentiamo di seguito hanno insegnato alla Eden “che ogni sofferenza ci permette di arrivare ad essere come Colui che ha sofferto sulla croce”.
La vita di questi “amici di Dio” mostra – così ha sperimentato la scrittrice – che “il Signore desidera curare le nostre ferite e, cosa più importante, guarirci attraverso di esse facendo sì che tutto quello che abbiamo subìto serva ad avvicinarci di più a Lui”.
Questi santi non solo si sono uniti di più a Cristo nel dolore, dando così senso alle loro ferite, ma hanno mostrato che è possibile perdonare chi ci ha feriti, anche se per questo, come dice Benedetto XVI, serve un pizzico di bene che permetta di iniziare a cambiare l’odio con l’amore e la vendetta con il perdono.
San Sebastiano: Unire le nostre ferite a quelle di Cristo
Esiste un amore che soffre, afferma la Eden, che ha portato alcuni santi a configurarsi talmente con Cristo e con la sua Passione che perfino sul proprio corpo hanno subìto ferite e stigmate, come nel caso di Santa Caterina da Siena, Santa Margherita da Cortona o Gemma Galgani. Tutte queste sante hanno sperimentato una “grande gioia per le loro sofferenze in unione con Cristo”.
Perché Dio ha permesso che alcuni santi partecipassero in modo tanto stretto alla Passione di Gesù?
Da un lato, tutti i cristiani sono chiamati a “completare” con le proprie sofferenze, per la propria redenzione, la Passione di Cristo e ad esclamare, come San Paolo: “Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”.